
C’è una distanza crescente tra i giovani e la liturgia. Una distanza che si avverte nelle statistiche, ma ancor di più nelle parole, negli sguardi, nei silenzi. Per molti ragazzi e ragazze, partecipare alla messa è diventato qualcosa di estraneo: un rito che non parla alla loro vita, un linguaggio che sembra appartenere a un’altra epoca, a un’altra sensibilità. Eppure, la liturgia, nel suo significato più profondo, nasce per essere un’esperienza viva, comunitaria, capace di toccare il cuore, di raccontare Dio dentro la vita di ogni giorno.
In questo episodio vogliamo ascoltare davvero cosa dicono i giovani: cosa li allontana, cosa li stanca, ma anche quali esperienze – nei campi, nei ritiri, nei momenti speciali – li fanno invece sentire coinvolti, accolti, parte di qualcosa di grande. Parleremo di omelie, linguaggi, canti, simboli. Ci chiederemo se la liturgia oggi riesce ancora a dialogare con il loro desiderio di bellezza, di interiorità, di spiritualità autentica.
Senza giudizi. Senza facili soluzioni. Ma con la voglia di aprire uno spazio di ascolto e di confronto. Perché forse, accorciare quella distanza è ancora possibile.