
I vostri giovani avranno visioni
La dott.ssa Paola Bignardi introduce il terzo incontro ricentrando il percorso sul bisogno di ascolto assoluto che dobbiamo al mondo giovanile. Se la Chiesa non si incarna nella storia e non ascolta l’umanità che cambia, rischia l’irrilevanza.
E’ lo stile di Gesù che dobbiamo seguire come ci viene bene esposto da Suor Chiara, agostiniana di Pennabilli, andando a reinterpretare il Vangelo di Giovanni al capitolo 20.
Tommaso, uno dei discepoli, era fuori dalla comunità quando Gesù apparve per la prima volta risorto. Al suo ritorno, gli viene detto che hanno visto il Signore, ma Tommaso non si accontenta di questa semplice affermazione: desidera un’esperienza personale, tangibile, che coinvolga tutti i suoi sensi, una richiesta “ardita” di poter toccare le ferite di Gesù. Gesù ritorna dopo otto giorni, quando Tommaso è presente, e accetta la sua richiesta, lasciandosi toccare.
La dott. Paola Bignardi riprende il discorso ritornando sul grande ascolto che l’Istituto Toniolo ha svolto nella sua indagine su Giovani, fede e Chiesa.
Cecilia Cremonesi ha individuato alcuni punti fondamentali nel processo di ascolto.
Il primo punto è fare spazio. Ha scelto l’immagine dello “scrostare” per rappresentare la necessità di pulire e sgomberare le sovrastrutture che spesso si creano durante l’ascolto: pregiudizi, giudizi anticipati o la convinzione di sapere già cosa rispondere. Secondo lei, un ascolto profondo non si improvvisa, ma richiede preparazione e una vera “pulizia mentale”. Solo così si può accogliere davvero il prezioso contributo che arriva da chi parla.
Il secondo punto è andare verso i giovani. Cecilia ha osservato che molti dei ragazzi intervistati non sarebbero mai venuti da loro di propria iniziativa, ma hanno aperto volentieri la porta quando sono stati cercati. Questo l’ha portata a riflettere sull’importanza di non aspettare che siano i giovani a farsi avanti, ma piuttosto di andare verso di loro, specialmente quelli che si sono allontanati o che si trovano ai margini. Andare verso di loro significa anche accettare di stare nei loro ambienti e accogliere i loro percorsi, anche se possono sembrare tortuosi o poco chiari.
Il terzo punto che ha sottolineato è prendersi il tempo necessario. Le interviste che ha condotto, alcune delle quali sono durate anche un’ora e mezza, hanno dimostrato quanto sia fondamentale questo tempo lungo per creare quella confidenza necessaria affinché i giovani si aprano e raccontino le loro esperienze, spesso dolorose. Quando si parla di fede e di esperienze con la Chiesa, si toccano temi intimi che richiedono fiducia e tempo per emergere.
Infine, Cecilia ha indicato l’importanza di prendere sul serio ciò che viene condiviso. I giovani si sono sentiti ascoltati e presi sul serio, perché le loro storie sono state raccolte con cura, come fossero materiale fragile. La trasparenza e la disponibilità dimostrate durante questo processo hanno permesso ai giovani di sentirsi accolti e di fidarsi.
Alla fine dell’esperienza, molti giovani hanno ringraziato per l’opportunità di raccontare le loro esperienze, e alcuni hanno osservato che la Chiesa dovrebbe fare proprio questo: ascoltarli. Questo ha colpito profondamente Cecilia, che alla fine si è sentita lei stessa grata a loro per quanto le hanno insegnato. Grazie a questa esperienza, ha potuto rispondere alla domanda di un giovane che le chiedeva: “Perché restare nella Chiesa?”. E, pur con più fatica, è giunta alla consapevolezza che partire dall’ascolto è già un grande dono.
Vengono consegnate delle frasi…
Infine la dott.ssa Paola Bignardi ha invitato i partecipanti a riflettere su tredici risposte chiave emerse dai giovani, chiedendo di condividere le reazioni emotive, gli elementi sorprendenti e quelli in cui ci si rispecchia. Ed ecco in sintesi la conclusione più o meno condivisa.
La Chiesa, oggi, deve interrogarsi su come essere rilevante per i giovani, una generazione che non si accontenta più di dogmi e regole. I giovani cercano risposte autentiche, chiedono spiegazioni che li convincano, vogliono sentirsi coinvolti in un cammino che sia attuale, non di moda, ma vivo e partecipato.
Purtroppo, molti di loro vedono la Chiesa come un’istituzione lenta, chiusa e distante dalle loro domande. Quando non trovano risposte, si allontanano. Alcuni raccontano di essersi sentiti usati e poi dimenticati dalla comunità, generando delusione e disinteresse.
Le critiche si concentrano su due aspetti: da un lato, le posizioni della Chiesa su temi cruciali come sessualità e omosessualità, e dall’altro, le relazioni all’interno della comunità, spesso giudicanti e poco accoglienti.
Molti giovani non chiedono nulla alla Chiesa, non la ritengono più rilevante. Eppure, ciò che emerge con forza è il desiderio di una Chiesa che ascolti davvero, che non si difenda dalle critiche, ma sappia accogliere senza condannare. I giovani chiedono una Chiesa umile, capace di camminare con loro, verso il futuro, senza trasformarsi in un museo del passato.
Al prossimo Podcast: il sogno dei giovani sulla Chiesa.
I vostri giovani avranno visioni (Gl 3,1)
Pensare il Cristianesimo con i giovani
Guidato dalla dottoressa Paola Bignardi
A cura dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose Alberto Marvelli di Rimini e San Marino-Montefeltro
Con la collaborazione delle Sorelle Agostiniane di Pennabilli
Recita
Chiara Zanca, Giulia Marchionna, Don Franco Mastrolonardo
Musica di sottofondo
Libreria suoni di Logic Pro