Giovanni 6,52-59: "Assimilare". (Commento di Padre Silvano Fausti)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Giovanni 6,52-59

Testo del Vangelo
In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.

Recita
Sara Urbinati

Musica di sottofondo
P.H.Erlebach. Halleluja. Performer Michel Rondeau. Diritti Creative Commons. musopen.org

Meditazione
Padre Silvano Fausti. Brano audio tratto da www.gesuiti-villapizzone.it

Meditazione
La domanda è: “Come può darci la sua carne da mangiare?”. Gesù dice: avete capito bene, bisogna mangiare la mia carne e ribadisce: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi stessi la vita. Mangiare la carne…la carne è l’umanità di Gesù. Mangiare vuol dire assimilare. La parola “mangiare” qui sostituisce il “credere” del brano precedente: “Se non credete nel Figlio dell’uomo non avete in voi la vita”. La fede non è qualcosa di vago, è assimilare la carne, l’umanità di Gesù fino ad avere una umanità simile alla sua. Anzitutto com’è che lo assimilo? Anzitutto lo assimilo comprendendo come Lui ha vissuto. Senza la Parola che mi mostra il Figlio io non assimilo il Figlio. Anzi addirittura, paradossalmente, lo diceva Dossetti, non è che noi mangiamo l’Eucarestia…è l’Eucarestia che ci mangia, ci assimila, ci divinizza, perché io ascoltando la Parola del Figlio, la mia intelligenza si assimila alla sua. E’ Lui che mi assimila a sé, mi da la mentalità del Figlio: penso come Lui, ho i Suoi criteri di valore, di giudizio, non solo con l’intelligenza ma col cuore, amo come ama Lui, ho il cuore del Figlio, in comunione col Padre e coi fratelli. E di conseguenza, agisco come agisce Lui. Capite che allora, “mangiare questa carne” vuol dire “avere il pensiero di Cristo, avere l’amore di Cristo e agire come Lui, cioè tutto può essere trasformato, divinizzato...diventiamo Figli. E’ qualcosa di molto concreto. E quando celebriamo l’eucarestia, celebriamo che cosa? Il corpo Suo dato per noi, perché in quel corpo che così ha vissuto, che totalmente si é donato, comprendiamo chi è Dio. Dio è colui che ama così e si dona così e si dona a me! Ed io entro in comunione con Lui mangiandolo, assimilandolo, masticandolo addirittura. Per sedici volte c’è in questi dieci versetti la Parola “mangiare” e quattro volte nel testo greco: in greco sono tre parole diverse. In italiano hanno sempre messo “mangiare” perché era difficile dirne altre; una è droghein, masticare

Scarica la nostra App su