Marco 9,2-10: "Siamo fatti per la Luce". (Commento di Sr.Nella Letizia Castrucci)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Marco 9, 2-10

Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.
Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

Recita
Sabrina Boschetti

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

Meditazione
Sr.Nella Letizia Castrucci

Meditazione
Dopo il deserto, il cammino di Quaresima ci porta su un alto monte. La montagna è la terra più vicina al cielo, quella che Dio preferibilmente sceglie per parlare e rivelarsi: infatti lassù appaiono Mosè ed Elia, gli unici personaggi dell’Antico Testamento che hanno visto Dio faccia a faccia.

Gesù va sul monte con i tre apostoli più vicini, ai quali aveva promesso la visione del regno di Dio prima della loro morte (cf. Lc 9,27).

Il vangelo non evidenzia alcun particolare della trasfigurazione, se non quello delle vesti diventate splendenti. Se sono così luminose le vesti, pensiamo a quanto luminoso sarà stato il corpo di Gesù, il suo volto e certamente il suo cuore… Avviene così anche a noi, in fondo: quando siamo felici e il nostro cuore è in festa, la festa si comunica al volto, e a festa ci vestiamo.

Pietro è affascinato da questa visione così tanto da voler rimanere lì, facendo tre capanne, come per fermare il tempo. Egli in realtà non sa bene cosa dire, perché quella visione lo lascia senza parole. Ed ecco venire una nube, la nube della presenza di Dio, come quella che accompagnava l’antico popolo d’Israele in cammino verso la Terra promessa. Questa nube avvolge i tre apostoli con la sua ombra: sentono timore ma non vedono nulla, percepiscono la presenza di Dio ma non la vedono. Però ascoltano la sua voce che risuona in quella nube come rivelazione dell’identità di Gesù e, nel contempo, come compito per loro: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». Ecco il mandato di questa seconda domenica: ascoltare Gesù. Come possiamo farlo? Dedicando ogni giorno un po’ di tempo alla lettura della parola di Dio, che può essere il vangelo del giorno, oppure un altro brano, meglio se fatto non aprendo la Bibbia a caso, ma scegliendo di leggere di seguito un libro biblico. Il mio consiglio è d’iniziare dai vangeli, in primis quello di Marco.

Tornando al vangelo della trasfigurazione, vediamo che il brano si conclude nel silenzio, perché quello che i tre hanno visto non è facilmente narrabile. Gesù è di nuovo solo con gli apostoli, i quali, ammutoliti dallo stupore e dall’adorazione del mistero, non parlano, non potranno e non sapranno raccontare ciò che hanno visto, fino a quando Gesù sarà risorto, dal momento che la trasfigurazione è segno e profezia proprio della resurrezione.

In conclusione potremmo dire che questo vangelo ci dona la speranza che il male e il buio non vinceranno, che non è questo il destino dell’uomo. Siamo fatti per la luce.

Avere fede è scoprire, insieme con Pietro, la bellezza del vivere, ridare gusto a ogni cosa che faccio, allo svegliarmi al mattino, alle relazioni, alla scuola, al lavoro... Tutta la vita prende senso e s’illumina.

Ma questo vangelo ci porta una notizia ancora più bella: la trasfigurazione non è un evento che riguarda solo Gesù, al quale noi assistiamo da spettatori. È un evento che ci riguarda tutti, al quale possiamo e dobbiamo partecipare. Il volto di Gesù sul monte è il volto ultimo dell’uomo, il mio volto ultimo. È come sbirciare per un attimo dentro il Regno, vederlo come una forza che si manifesta nella mia vita per trasformarmi.

Il Vangelo di domenica scorsa ci chiedeva di convertirci, e la conversione è come il movimento del girasole, che consiste nel girarsi verso la luce. Il Vangelo di questa domenica ci presenta il risultato della conversione: se mi giro trovo il sole, sono irradiato, m’imbevo e godo della luce, che è il simbolo per eccellenza di Dio, come diceva S. Francesco: «Laudato sii, mi’ Signore, con tutte le tue creature, specialmente messer lo frate Sole, il quale è giorno e illumini noi per lui. Ed ello è bello e raggiante con grande splendore: di te, Altissimo, porta significazione».

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