Luca 19,11-28: "In un fazzoletto..". (Commento del Centro Aletti a cura di fra Roberto Pasolini)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Luca 19,11-28

Testo del brano
In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all'altro. Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d'oro, dicendo: "Fatele fruttare fino al mio ritorno". Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: "Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi". Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il primo e disse: "Signore, la tua moneta d'oro ne ha fruttate dieci". Gli disse: "Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città".
Poi si presentò il secondo e disse: "Signore, la tua moneta d'oro ne ha fruttate cinque". Anche a questo disse: "Tu pure sarai a capo di cinque città".
Venne poi anche un altro e disse: "Signore, ecco la tua moneta d'oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato".
Gli rispose: "Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l'avrei riscosso con gli interessi".
Disse poi ai presenti: "Toglietegli la moneta d'oro e datela a colui che ne ha dieci". Gli risposero: "Signore, ne ha già dieci!". "Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me"».
Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.

Recita
Simona Mulazzani

Musica di sottofondo
Al Vangelo: Gabriele Fabbri
Alla meditazione: Musica di Renata Russo

Meditazione
Fra Roberto Pasolini

Briciole di Parola è il commento alle letture del giorno del Centro Aletti. La guida: Fra Roberto Pasolini, frate minore cappuccino, biblista, che ha frequentato l’Atelier di Teologia del Centro Aletti nel 2016-2017.
Si ringrazia il Centro Aletti per la gentile concessione all'utilizzo dei suoi contenuti audio e video.
https://www.centroaletti.com

Meditazione
Tra le frasi enigmatiche e misteriose dette da Gesù quella contenuta nel Vangelo di oggi è veramente una delle più difficili da comprendere. Il Signore Gesù la pronuncia solo alla fine di una lunga parabola, rivota a persone che, pensavano che il Regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all'altro, persone quindi impazienti e forse anche un po' insofferenti di fronte alle difficltà del reale. La parabola dichiara apertamente come sia possibile apparentemente per un senso di rispetto nei confronti di Dio arrivare ad indossare i panni di quel servo pavido che non trova il coraggio di investire il denaro ricevuto nemmeno nella forma nemo rischiosa di un prestito con gli interessi.
Il Signore è buono, misericordioso, lento all'ira e paziente, è un Padre che accoglie con rispetto e generosità: su questo non c'è dubbio. Eppure propro per tutti questi motivi, Dio è anche una persona austera, esigente e severa. Avendoci creato e sapendo che in noi non scorre solo il sangue blu della nostra umanità, ma anche il rosso della sua divinità, Dio si ricorda sempre di farci diventare non solo quello che già siamo ma anche quello che saremo, con la sua grazia, la grazia della Vita nuova in Cristo. Per questo egli cerca continuamente in noi più di quanto ci ha donato, i frutti non solo i semi, è il suo modo di lanciarci continuamente in un orizzonte di vita eterna, proprio come fa quella madre di sette figli di cui parla il libro dei Maccabei che trova il coraggio di restituirele proprie creature alla loro vera origine, nel momento stesso in cui la loro vita è minacciata.
Se ci dimentichiamo quanta fiducia Dio ha nei nostri confronti, possiamo facilmente cadere nella paura, entrando in un'ansia di prestazione incompatibile con la libertà e la serenità dei figli di Dio. Per uscire da questo circolo vizioso dobbiamo solo smettere di giudicare sia Dio, sia noi stessi e iniziare ad usare il tempo e i doni che abbiamo ricevuto con gratitudine, per diventare figli fedeli, creativi, operosi nel poco, in quel fazzoletto di vita affidata a noi ogni giorno dalla misericordia del Padre.

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