
Testo della Novena
Nel nome del Padre
e del Figlio
e dello Spirito Santo. Amen.
Audite poverelle, dal Signor vocate
Viviate sempre en veritate e in obedientia moriate
Francesco diceva che dobbiamo restituire a Dio tutti beni, perché a noi non appartengono se non i vizi e i peccati. Ne sono ben consapevole e, se mi accingo a raccontare i segni e i prodigi che ho compiuto nei miei anni a San Damiano, è perché devo restituire ciò che il Signore ha operato attraverso di me. È lui che ha compiuto i miracoli, io sono stata solo uno strumento che si è reso disponibile a lasciarsi usare, e il Signore l’ha fatto in modo prodigioso, appunto.
I miracoli più numerosi sono stati quelli domestici, compiuti per le mie sorelle, che, quando erano ammalate o afflitte da dolori, ricorrevano con fiducia alla “medicina” che offrivo loro, che consisteva nel segno di croce. Venni in soccorso anche alla povertà della nostra mensa e di quella dei frati, moltiplicando l’olio e il pane. E una volta è successo persino che, rimasta sola e impossibilitata a muovermi, mi feci capire e obbedire da una gattina per farmi portare una tovaglia d’altare a cui dovevo lavorare.
Furono vari anche i miracoli compiuti per gli abitanti di Assisi, tra cui quello più eclatante fu la liberazione della città dalle truppe dell’imperatore Federico II, che ancora oggi è ricordato con la festa del voto.
Ma i miracoli riguardarono anche bambini malati, la riconciliazione e la fecondità di una coppia, una donna indemoniata e un frate colpito da insania. Le sorelle, poi, hanno imputato alla mia intercessione anche un’altra liberazione, questa volta dalle truppe saracene che insidiavano il monastero: indebolita com’ero dalla malattia, non potevo in alcun modo difenderle, se non ricorrendo alla potenza di Gesù nell’Eucaristia, davanti alla quale mi prostrai fiduciosa e da cui ebbi la rassicurazione che ci avrebbe difeso sempre. E così avvenne.
Il Signore mi ha concesso anche il dono di alcune visioni, come quella della notte di Natale del 1252, quando non potendo unirmi alle sorelle per la preghiera della notte - e lamentandomene col Signore – ebbi la grazia di partecipare alla preghiera dei frati nella chiesa di San Francesco. Non sono io che mi sono recata da loro, ma sono le loro voci che sono venute da me: come se il Signore avesse attivato, per la mia consolazione, una trasmissione radiofonica ante litteram. Per questo sono poi divenuta la patrona della televisione e delle telecomunicazioni.
Di alcune visioni che mi riguardavano furono testimoni le sorelle. Quella di Benvenuta fu una visione particolarmente emozionante: mentre sedeva vicino al mio letto vide appressarsi un corteo di vergini, preceduto da una più grande e più bella delle altre, che si chinò sopra di me per rivestirmi di un velo sottilissimo. Le fu chiaro che era la Vergine Maria venuta a prendermi per portarmi all’abbraccio con il suo Figlio Gesù. Infatti da lì a tre giorni morii.
I miei capelli
I miei capelli taglierò
lascerò le vesti e gli ori
e i miei pensieri.
I miei pensieri lascerò,
la mia cara gioventù
le speranze mie di ieri.
E me ne andrò
via da tutto e via da me
per la strada dove lui
scalzo e povero già va...
Dalla seconda lettera di S.Paolo apostolo ai Corinzi 3,17-18
Il Signore è lo Spirito e, dove c'è lo Spirito del Signore, c'è libertà. E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito del Signore.
I tuoi pensieri lascerai
la tua cara gioventù
le speranze tue di ieri.
E me ne andrò
via da tutto e via da me
per la strada dove lui
scalzo e povero già va...
Dalla terza lettera di S.Chiara a sant'Agnese di Praga
Al centro dello specchio noterai l'umiltà, la beata povertà e le innumerevoli fatiche e sofferenze che egli sostenne per la redenzione del genere umano. Alla fine dello stesso specchio potrai contemplare l'ineffabile carità per cui volle patire sull'albero della croce ed in esso morire con un genere di morte di tutti il più umiliante. Perciò lo stesso specchio, posto sul legno della croce, ammoniva i passanti a considerare queste cose, dicendo: «Voi tutti che passate per la via, considerare e osservate se c'é un dolore simile al mio dolore!». Rispondiamo dunque a lui.
Padre nostro
che sei nei cieli
sia santificato il tuo nome
venga il tuo Regno
sia fatta la tua volontà
come in cielo, così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori.
E non abbandonarci alla tentazione
Ma liberaci dal male.
Amen.
Nel nome del Padre
e del Figlio
e dello Spirito Santo. Amen.
Audite poverelle
Audite poverelle, dal Signor vocate
Ke de multe parte et province sete adunate
(Ke de multe parte et province sete adunate)
Audite poverelle, dal Signor vocate
Vivate sempre en veritate e in obedientia moriate
(Vivate sempre en veritate e in obedientia moriate)
Non guardate alla vita fora
Quella dello spirito è migliora
Ve prego per grande amore
Che in povertà viviate
Quelle che son d'infermità gravate
E l'altre che son fatigate
Ciascuna lo sostenga in pace
E sera in Cielo coronata
Recita
Chiara Marcattili, don Franco Mastrolonardo, Gennj Fabbrucci
Canti e musiche
M.Castellacci. I miei capelli. Annamaria Bianchini. Coro di Forza venite gente
A.Branduardi. Audite poverelle
Testi
Sr.Nella Letizia Castrucci
Immagine
Icona di Santa Chiara scritta da Suor Maristella, Suor Laura e Suor Cristiana