Novena a S.Chiara (6.giorno)



Testo della Novena
Nel nome del Padre
e del Figlio
e dello Spirito Santo. Amen.

Audite poverelle, dal Signor vocate
Viviate sempre en veritate e in obedientia moriate

Le mie sorelle dicevano che quando uscivo dalla preghiera il mio volto appariva più luminoso del solito. Eh sì, la preghiera è stata per me una fornace di luce.
Vengo raffigurata solitamente con in mano l’ostensorio, la croce, un giglio, ma sempre in posizione statica: nessuno mi ha mai rappresentato mentre corro. Sì, mentre corro, perché questo è stata la mia vita a S. Damiano: una corsa. Non perché andavo sempre di fretta, ma perché camminare non mi bastava per corrispondere alla chiamata di Dio. E la pista privilegiata per questa corsa è stata la preghiera. Una pista che mi ha permesso di fare tante corse appassionate, interminabili, emozionanti…

Spesso si pensa che pregare sia dire preghiere, qualcosa di ripetitivo e talora – diciamolo - di noioso: beh, nella mia esperienza è stato tutt’altro. Questa “pista” mi apriva all’incontro meraviglioso con Dio, che, dando voce alle corde del cuore, appellavo in tanti modi: elargitore della grazia, Padre delle Misericordie, Donatore... E l’altro centro della preghiera è stato il Signore Gesù: lo specchio, lo sposo celeste, il più bello tra i figli dell’uomo…

...anche per lui la creatività dello Spirito metteva sempre nuovi nomi sulle mie labbra.
La preghiera ha custodito in me la memoria di un Dio che sempre «mi ha guardata come la madre il suo figliolo piccolo»: l’amore di Dio mi ha preceduto e accompagnato, e come potevo rispondere a questo amore camminando?! L’ho consigliato anche ad Agnese di Praga: «Con corsa veloce, passo leggero, senza inciampi ai piedi, così che i tuoi passi nemmeno raccolgano la polvere, sicura, nel gaudio e alacre avanza sul sentiero della beatitudine».
L’ho messa in guardia dalla polvere, perché è il nemico della preghiera: e la polvere sono gli affanni, i pensieri, i tanti impegni che possono zavorrare la nostra relazione con Dio, facendoci camminare spesso tristi e ripiegati. Non è che a San Damiano fossimo esenti dal rischio della polvere, perché non sono mancate preoccupazioni, malattie, persino pericoli, e poi non mancava di certo il lavoro con il suo da fare… Anche per me la corsa non è stata sempre facile e, dopotutto, correre richiede esercizio e fatica, ma restare quotidianamente “in pista” mi ha custodito nella gioia, perché valeva la pena correre per trovare il «tesoro incomparabile».
La preghiera per me è stata anche un abbraccio: abbraccio che era la meta della corsa, come ho scritto ad Agnese. «Correrò e non verrò meno finché la tua sinistra, Signore, sia sotto il mio capo e la destra felicemente mi abbracci». Questo abbraccio era consolazione, sostegno, luce, calore, forza… e lo ricevevo ogni giorno nella liturgia condivisa con le sorelle, come pure nell’ascolto della Parola e nella meditazione personale.
La corsa e l’abbraccio non sono mai cessati, neanche quando non ho potuto più condividere la preghiera con le sorelle, dovendo fare del letto la mia chiesa: a 31 anni, infatti, ha fatto irruzione nella mia vita una malattia, che man mano mi ha portato all’immobilità.

I miei capelli
I miei capelli taglierò
lascerò le vesti e gli ori
e i miei pensieri.
I miei pensieri lascerò,
la mia cara gioventù
le speranze mie di ieri.
E me ne andrò
via da tutto e via da me
per la strada dove lui
scalzo e povero già va...

Dalla seconda lettera di S.Paolo apostolo ai Corinzi 3, 2-3
La nostra lettera siete voi, lettera scritta nei nostri cuori, conosciuta e letta da tutti gli uomini. È noto infatti che voi siete una lettera di Cristo composta da noi, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma su tavole di cuori umani.

I tuoi pensieri lascerai
la tua cara gioventù
le speranze tue di ieri.
E me ne andrò
via da tutto e via da me
per la strada dove lui
scalzo e povero già va...

Dalla terza lettera di S.Chiara a sant'Agnese di Praga
In questo specchio rifulge la beata povertà, la santa umiltà e l'ineffabile carità. Contempla lo specchio in ogni parte e vedrai tutto questo.
Osserva anzitutto l'inizio di questo specchio e vedrai la povertà di chi é posto in una mangiatoia ed avvolto in poveri panni. O meravigliosa umiltà, o stupenda povertà! Il Re degli angeli, il Signore del cielo e della terra é adagiato in un presepio!

Padre nostro
che sei nei cieli 
sia santificato il tuo nome
venga il tuo Regno
sia fatta la tua volontà
come in cielo, così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano 
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori.
E non abbandonarci alla tentazione
Ma liberaci dal male.
Amen.

Nel nome del Padre
e del Figlio
e dello Spirito Santo. Amen.

Audite poverelle
Audite poverelle, dal Signor vocate
Ke de multe parte et province sete adunate
(Ke de multe parte et province sete adunate)
Audite poverelle, dal Signor vocate
Vivate sempre en veritate e in obedientia moriate
(Vivate sempre en veritate e in obedientia moriate)

Non guardate alla vita fora
Quella dello spirito è migliora
Ve prego per grande amore
Che in povertà viviate
Quelle che son d'infermità gravate
E l'altre che son fatigate
Ciascuna lo sostenga in pace
E sera in Cielo coronata

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Recita
Chiara Marcattili, don Franco Mastrolonardo, Gennj Fabbrucci

Canti e musiche
M.Castellacci. I miei capelli. Annamaria Bianchini. Coro di Forza venite gente
A.Branduardi. Audite poverelle

Testi
Sr.Nella Letizia Castrucci

Immagine
Icona di Santa Chiara scritta da Suor Maristella, Suor Laura e Suor Cristiana

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