Giovanni 21,20-25: "Il discepolo amato...". (Commento di don Davide Arcangeli)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Giovanni 21,20-25

Testo del Vangelo
In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».
Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.

Recita
Gennj Fabbrucci

Musica di sottofondo
P.H.Erlebach. Halleluja. Performer Michel Rondeau. Diritti Creative Commons. musopen.org

Meditazione
Don Davide Arcangeli

Meditazione
Il discepolo che Gesù amava, colui che durante la cena era reclinato sul petto del maestro, compare solo nel Vangelo di Giovanni. Chi è costui?
Da una parte è colui che testimonia e ha scritto tutte queste cose, figura dell’autore del Vangelo stesso. Dall’altra è anche modello di ogni discepolo, figura dunque del lettore del Vangelo.
Infatti solo se il lettore del Vangelo di Giovanni si identifica con il discepolo amato da Gesù e giunge a desiderare con tutto il cuore di essere come lui, costantemente rivolto al cuore di Gesù, per coglierne anche i più segreti e impercettibili movimenti d’amore, allora il lettore può iniziare a comprendere la rivelazione contenuta nel Vangelo.
Donaci, Signore, la disponibilità del discepolo che Gesù amava, nel seguirlo senza paura dentro il cortile dei nemici e fin sotto la croce assieme alle donne. Donaci, Signore, la forza di testimoniare ciò che abbiamo visto, ossia un cuore squarciato per la potenza d’amore, che trasforma ogni ferita ini un dono sovrabbondante di vita e di Spirito. Donaci, Signore, di godere della tua intimità, per essere rassicurati e consolati da un amore che si è spinto fino alla fine, fino al dono totale di sé, fino al perfetto compimento della volontà del Padre.
Donaci, Signore, di aprirci alla verità della testimonianza di questo discepolo, verità d’amore, che fa sgorgare in noi quella fonte eterna, che zampilla senza mai stancarsi.
Donaci, Signore, di essere come la donna di Samaria, sempre pronti a lasciare che questa fonte zampillante in noi ci renda non solo discepoli ma anche testimoni.

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