
Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Matteo 28,8-15
Testo del Vangelo
In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: "I suoi discepoli sono venuti di notte e l'hanno rubato, mentre noi dormivamo". E se mai la cosa venisse all'orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi.
Recita
Federica Lualdi
Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri
Meditazione
Padre Silvano Fausti. Fle audio tratto da www.gesuiti-villapizzone.it
Meditazione
Ci fermeremo sulla resurrezione di Gesù in Matteo che è il punto centrale della fede cristiana. Nietzsche diceva: che non è vero che Cristo è risorto, altrimenti i cristiani avrebbero un'altra faccia, e credo non si può dargli torto. Perché credere nella risurrezione non vuol dire credere che duemila anni fa il Signore è risorto, ma vuol dire avere incontrato il risorto, partecipare della sua vita e della sua gioia. Quindi l'esistenza di chi ha incontrato il Signore è ormai tutta sotto la luce della Pasqua, sotto il risus paschalis; il capo è già venuto alla luce e il corpo segue. E anche il travaglio che c'è nella storia, il travaglio del parto per la nascita del Cristo totale.
Vorrei dire due parole sulla resurrezione. Prima una parola che lascio lì in sospeso e che poi terrete presente. La parola che
voglio lasciare in sospeso è la parola che dice Gesù: Gioite, rallegratevi! Cioè il segno che Cristo è risorto, il segno che l'abbiamo incontrato è la gioia, la gioia che trasforma la vita. Vuol dire aver trovato ciò che si cerca. Ed è proprio di Dio dare gioia e dove c'è Dio c’è gioia, e dove non c’è gioia Dio è assente per un motivo o per l'altro e da vedere perché; è il distintivo di Dio la gioia. In tutta la tradizione spirituale la gioia è il segno della sua presenza.
Poi qualcosa sulla resurrezione. Che cos'è la resurrezione? Non è da confondere la resurrezione con l'immortalità dell'anima. Se l'anima è immortale non ha bisogno di risorgere. La risurrezione non riguarda l'anima, riguarda il corpo, che a noi interessa tanto: è la resurrezione del corpo. E per resurrezione del corpo si intende non una semplice rianimazione di cadavere, come Lazzaro che era morto è risuscitato e poi è morto ancora. Si tratta di un ritorno non alla vita precedente, ma a uno stadio di vita che sia la pienezza di vita. Cosa vuol dire? Vuol dire tornare alla vita il corpo, col corpo, in una condizione totalmente nuova che è la condizione tipica del Figlio di Dio, che ha lo Spirito di Dio, ha alla vita di Dio.
Voi sapete che la stessa materia può avere varie forme, varie strutture e varie forme di vita. Può essere un minerale, assimilato dall'erba diventa vegetale; la stessa materia diventa vegetale, vita vegetale. Mangiato dalla mucca diventa vita animale; mangiata dall'uomo diventa vita umana. Quindi la stessa materia è diversa, ha vita diversa secondo il principio che la informa. Così il nostro corpo risorto sarà informato, sarà vivificato dalla nostra realtà profonda che è il nostro essere figli di Dio, dallo Spirito stesso di Dio. Quindi avremo la vita stessa di Dio nel corpo. Cosa sia? Ne abbiamo delle intuizioni attraverso le descrizioni che i vangeli fanno del Cristo risorto. C'è un corpo che risponde pienamente allo Spirito, un corpo che è luce, un corpo che è potenza, un corpo che non conosce più la morte, un corpo che risponde pienamente allo Spirito.
Lasciando da parte tutte le speculazioni sul corpo, Paolo preferisce definire la resurrezione dicendo: saremo sempre con lui, col Signore, cioè la resurrezione è definita attraverso il complemento di compagnia, saremo sempre col Signore della vita. La compagnia determina il tuo tipo di vita: tra amici o si è simili o si diventa simili, quindi saremo trasformati nel Figlio.
Tutta la creazione stessa attraverso l'uomo, la nostra libertà verrà ricondotta al suo principio che è la vita e la luce, è la pienezza di felicità di Dio. Quindi per resurrezione s'intende questo, che è il desiderio fondamentale dell'uomo, una pienezza di vita senza limiti, senza ombra di morte, né di tristezza.