Giovanni 5,31-47: "L'ipocrisia dei farisei...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Giovanni 5,31-47

Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C'è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita. Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l'amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall'unico Dio? Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».

Meditazione
"Io non so chi ha frequentato questa scuola, Guglielmo Howard Taft, Guglielmo Jennings Bryan, Guglielmo Tell, chiunque sia, il loro spirito è morto, e se ce l’hanno mai avuto è scomparso. Alla Beard state forgiando dei serpenti, una razza di viscidi conigli spioni, e se credete di portare questi cuccioli alla virilità levatevelo dalla testa signori miei, perché io vi dico che state uccidendo proprio quello spirito che questa istituzione pretende di infondere. Che truffa! E che cos’è questa pagliacciata che avete messo su oggi? L’unico attore di classe di questa farsa è accanto a me, e io affermo che l’anima di questo ragazzo è intatta...Fabbricanti di uomini, creatori di leader, state attenti al genere di leader che producete qua. Io non so se il silenzio di Charlie in questa sede sia giusto o sbagliato, non sono giudice né giurato, ma vi dico una cosa: quest’uomo non venderà mai nessuno per comprarsi un futuro! E questa amici miei si chiama onestà, si chiama coraggio, e cioè quelle cose di cui un leader dovrebbe essere fatto".

Memorabile l’arringa di Al Pacino nel film "Profumo di donna". A difesa del suo figlioccio Charlie punta il dito contro la falsità dell’ Istituzione Beard School che vuole condannare un innocente per salvare i colpevoli. E’ la storia di sempre, purtroppo.
L’avremmo voluto a difesa di Gesù un avvocato del genere. O testimoniare a suo favore. Ma sappiamo che quel venerdì davanti ai sommi sacerdoti e davanti a Pilato non c’era proprio nessuno a difenderlo. E quel giorno Gesù ha taciuto.
Nel Vangelo di oggi invece prova a difendersi, sì, non tanto per sfuggire ad una condanna che lui stesso sa essere irrevocabile, quanto per manifestare la sua onestà. Gesù non vuole sfuggire alla condanna, ma intende proclamare la sua innocenza. E cosa fa per difendersi?
Accetta il principio generale della giurisprudenza umana di quel tempo, secondo la quale la testimonianza che uno rende a se stesso, va suffragata con l’attestazione di altre persone, e Gesù chiama in causa a suo favore tre testimoni: Giovanni Battista; i miracoli che ha fatto e il Padre stesso. Ma di fronte alla durezza di cuore di chi gli sta davanti, Gesù non si ferma e chiama addirittura in causa Mosè, vale a dire quelle Scritture sulle quali essi si fondano per rifiutare Gesù. Sarà Mosè ad accusare la loro ostinazione. Come nel film il ragazzo Charlie arriva in aula per difendersi, ma il vecchio cieco Frank va ben oltre svergognando i giudici; così Gesù in mezzo a questi farisei non ha come obiettivo la sua difesa ma vuole arrivare a stanare l'ipocrisia dei farisei.

Recita
Anita Vanucci

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

Letture di Giovedì 23 Marzo 2023
IV settimana di Quaresima

Prima Lettura
Dal libro dell'Èsodo
Es 32,7-14

In quei giorni, il Signore disse a Mosè: «Va', scendi, perché il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d'Egitto, si è pervertito. Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicato! Si sono fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostràti dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: Ecco il tuo Dio, Israele, colui che ti ha fatto uscire dalla terra d'Egitto». Il Signore disse inoltre a Mosè: «Ho osservato questo popolo: ecco, è un popolo dalla dura cervìce. Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li divori. Di te invece farò una grande nazione». Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: «Perché, Signore, si accenderà la tua ira contro il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d'Egitto con grande forza e con mano potente? Perché dovranno dire gli Egiziani: Con malizia li ha fatti uscire, per farli perire tra le montagne e farli sparire dalla terra? Desisti dall'ardore della tua ira e abbandona il proposito di fare del male al tuo popolo. Ricòrdati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo, e tutta questa terra, di cui ho parlato, la darò ai tuoi discendenti e la possederanno per sempre». Il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo.


Salmo Responsoriale
Dal Salmo 105 (106)

R. Ricòrdati di noi, Signore, per amore del tuo popolo.
Si fabbricarono un vitello sull'Oreb,
si prostrarono a una statua di metallo;
scambiarono la loro gloria
con la figura di un toro che mangia erba. R.

Dimenticarono Dio che li aveva salvati,
che aveva operato in Egitto cose grandi,
meraviglie nella terra di Cam,
cose terribili presso il Mar Rosso. R.

Ed egli li avrebbe sterminati,
se Mosè, il suo eletto,
non si fosse posto sulla breccia davanti a lui
per impedire alla sua collera di distruggerli. R.

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