Salmo 144(143) con il commento di Francesca Cevoli



Dal libro dei Salmi
Salmo 144 (143) – Dio dona vittoria, prosperità e pace
(Preghiera di un re per il suo popolo. Salmo composito con elementi innici di lode, di ringraziamento e di lamentazione)

Testo del Salmo
1 Di Davide. 

Benedetto il Signore, mia roccia, che addestra le mie mani alla guerra, le mie dita alla battaglia, 2 mio alleato e mia fortezza, mio rifugio e mio liberatore, mio scudo in cui confido, colui che sottomette i popoli al mio giogo. 3 Signore, che cos’è l’uomo perché tu l’abbia a cuore? Il figlio dell’uomo, perché te ne dia pensiero? 4 L’uomo è come un soffio, i suoi giorni come ombra che passa. 5 Signore, abbassa il tuo cielo e discendi, tocca i monti ed essi fumeranno. 6 Lancia folgori e disperdili, scaglia le tue saette e sconfiggili. 7 Stendi dall’alto la tua mano, scampami e liberami dalle grandi acque, dalla mano degli stranieri. 8 La loro bocca dice cose false e la loro è una destra di menzogna. 9 O Dio, ti canterò un canto nuovo, inneggerò a te con l’arpa a dieci corde, 10 a te, che dai vittoria ai re, che scampi Davide, tuo servo, dalla spada iniqua. 11 Scampami e liberami dalla mano degli stranieri: la loro bocca dice cose false e la loro è una destra di menzogna. 12 I nostri figli siano come piante, cresciute bene fin dalla loro giovinezza; le nostre figlie come colonne d’angolo, scolpite per adornare un palazzo. 13 I nostri granai siano pieni, traboccanti di frutti d’ogni specie. Siano a migliaia le nostre greggi, a miriadi nelle nostre campagne; 14 siano carichi i nostri buoi. Nessuna breccia, nessuna fuga, nessun gemito nelle nostre piazze. 15 Beato il popolo che possiede questi beni: beato il popolo che ha il Signore come Dio.

 

 

 

Canto
Sorelle Clarisse del Monastero Natività di Maria, Rimini

Musica di sottofondo al commento
Libreria suoni di Garage Band

Meditazione
Francesca Cevoli

Meditazione
La Bibbia contiene alcuni salmi che vengono detti “imprecatori”, poiché in essi si chiede a Dio la forza per annientare il nemico. Nel film di Steven Spielberg, Salvate il soldato Ryan, ambientato nei giorni del D-Day, il soldato semplice Daniel Jackson, cecchino, nella lotta contro il nazismo invoca Dio, citando continuamente i Salmi di imprecazioni, nei quali si chiede a Dio la forza per sconfiggere il malvagio che altrimenti ucciderebbe gli innocenti. Uno di questi salmi è proprio il salmo 144 (143), uno dei miei preferiti. Personalmente non sento questo salmo come distruttivo o punitivo, ma quando lo recito sento in esso tutta la forza di Dio che è in me, sento l’amore profondo che mi lega a Lui, sento che Dio non mi abbandonerà alla sconfitta, alla resa, ma mi aiuterà a “combattere” le avversità della vita. Questo è per me un salmo di lode, di ringraziamento, che celebra l’amore di Dio per l’uomo, l’alleanza indissolubile tra cielo e terra. Il Signore è «mia roccia», Colui che mi dona forza, destrezza, agilità, intelligenza, affinché io possa affrontare tutte le contrarietà che ogni giorno si oppongono al mio legame d’amore con Lui. Dio ci prepara alla battaglia: «Addestra le mie mani alla guerra, le mie dita alla battaglia»; questa è la battaglia che ogni giorno ognuno di noi deve combattere contro il male, che è presente in noi stessi e nel mondo. Dio non sta “nel cielo”, “Capitan Gesù, non stà lassù, ma stà quaggiù a battagliar col male. Sempre quaggiù a battagliar col male, Gesù, mio generale!”, come si canta nel film State buoni se potete; Dio non sta a guardare come uno spettatore disinteressato che non ha nulla da fare, Lui è il nostro sostegno: «Mio alleato e mia fortezza..», Egli scende con potenza e piega il cielo sulla terra, perché tutte le potenze celesti diventino una roccia, una fortezza, un rifugio e una liberazione sicura per tutti gli uomini del mondo. Il Signore ama l’uomo e lo protegge, lo guida, lo difende, lo salva da sé stesso e dal male. Agli occhi di Dio l’uomo, nonostante le sue debolezze e fragilità, è una creatura che vale, una creatura d’amore. Il Signore non permette al nostro nemico di prevalere su di noi e di condannarci ad un destino di dolore e morte. «Beato il popolo che possiede questi beni: beato il popolo che ha il Signore come Dio». 

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