Salmo 142(141) con il commento di Benedetta Morri



Dal libro dei Salmi
Salmo 142 (141) – Invocazione nella persecuzione
(Lamentazione individuale. Salmo profetico sulla passione di Cristo, escatologico)

Testo del Salmo
1 Maskil. Di Davide. Quando era nella caverna. Preghiera. 

2 Con la mia voce grido al Signore, con la mia voce supplico il Signore; 3 davanti a lui sfogo il mio lamento, davanti a lui espongo la mia angoscia, 4 mentre il mio spirito viene meno. Tu conosci la mia via: nel sentiero dove cammino mi hanno teso un laccio. 5 Guarda a destra e vedi: nessuno mi riconosce. Non c’è per me via di scampo, nessuno ha cura della mia vita. 6 Io grido a te, Signore! Dico: «Sei tu il mio rifugio, sei tu la mia eredità nella terra dei viventi». 7 Ascolta la mia supplica perché sono così misero! Liberami dai miei persecutori perché sono più forti di me. 8 Fa’ uscire dal carcere la mia vita, perché io renda grazie al tuo nome; i giusti mi faranno corona quando tu mi avrai colmato di beni.  

 

 

Canto 
Sorelle Clarisse del Monastero Natività di Maria, Rimini

Musica di sottofondo al commento
Libreria suoni di Garage Band

Meditazione
Benedetta Morri

Meditazione
Non so se anche voi abbiate vissuto delle quarantene da soli, ma la sensazione è proprio quella di essere “in prigione”, un po’ come in quel famoso anno 2020 rinchiusi in casa. Cosa ci salva in questi momenti? Per me è stata fondamentale la preghiera, rivolgermi al Signore e confidargli le mie fatiche, le paure, le difficoltà, dialogare con Lui. Ma poi la vita riprende e la memoria cancella, nelle corse di tutti i giorni il tempo per stare con Te, mio Dio, è sempre poco, sembra impossibile da trovare; la verità è che non lo voglio trovare, ho la presunzione di bastarmi, non mi serve fermarmi a chiacchierare con Te quando io sono così impegnata. E allora devo ringraziare tutte le soste a cui mi costringi, o Signore, come occasione per guardarti e guardare davvero le persone che camminano con me: a casa, in famiglia, al lavoro, fra gli amici. Perché poi il rischio che corro è proprio questo: non riuscire a guardare più nessuno negli occhi, ma solo la mia agenda e gli impegni da assolvere. Così, tutta la vita diventa una prigione che costruisco con le mie stesse mani. Signore, ascolta la mia supplica, liberami, fa uscire dal carcere la mia vita!

 

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