Salmo 141(140) con il commento di Andrea Zamagni e Vittoria Salvatori



Dal libro dei Salmi
Salmo 141 (140) – La preghiera del giusto come incenso
(Supplica individuale nella tentazione. Preghiera per il sacrificio vespertino)

Testo del Salmo
1 Salmo. Di Davide. 

Signore, a te grido, accorri in mio aiuto; porgi l’orecchio alla mia voce quando t’invoco. 2 La mia preghiera stia davanti a te come incenso, le mie mani alzate come sacrificio della sera. 3 Poni, Signore, una guardia alla mia bocca, sorveglia la porta delle mie labbra. Bibbia CEI 2008 183/193 Salmi 4 Non piegare il mio cuore al male, a compiere azioni criminose con i malfattori: che io non gusti i loro cibi deliziosi. 5 Mi percuota il giusto e il fedele mi corregga, l’olio del malvagio non profumi la mia testa, tra le loro malvagità continui la mia preghiera. 6 Siano scaraventati sulle rocce i loro capi e sentano quanto sono dolci le mie parole: 7 «Come si lavora e si dissoda la terra, le loro ossa siano disperse alla bocca degli inferi». 8 A te, Signore Dio, sono rivolti i miei occhi; in te mi rifugio, non lasciarmi indifeso. 9 Proteggimi dal laccio che mi tendono, dalle trappole dei malfattori. 10 I malvagi cadano insieme nelle loro reti, mentre io, incolume, passerò oltre.

 

 

Canto
Sorelle Clarisse del Monastero Natività di Maria, Rimini

Musica di sottofondo al commento
Libreria suoni di Garage Band

Meditazione
Andrea Zamagni e Vittoria Salvatori
Recita Vittoria Salvatori

Meditazione
Prima di soffermarci sulle parole del Salmo dobbiamo fare un passo indietro e capire in che situazione si trovasse “Davide” al momento della preghiera che rivolge a Dio. Sicuramente si trova in un momento di enorme difficoltà, dalle sue parole traspaiono disperazione e sconfitta. “Davide”, in questo momento, non sta pregando per abitudine o perché deve, ma perché si trova in una situazione disperata, non parla ma grida a Dio e gli chiede di arrivare immediatamente in suo soccorso. Traspare un’enorme necessità nel farsi ascoltare da Dio, come se da Lui dipendesse la sua sopravvivenza, ha bisogno di essere ascoltato ed esaudito. “Davide” è disperato, con le mani alzate: l’uomo opera con le mani ma arriva ad un punto dove non può più fare niente e le alza in segno di resa e invoca Dio, chiede aiuto all’Unico che tutto può. “Davide” è anche un uomo spaventato, ha paura di poter commettere azioni criminose contro chi sta commettendo del male verso di lui. Riconosce che da solo non può far fronte ai suoi nemici perché le loro tentazioni sono troppo forti; quindi si rivolge al Signore, si fa umile e riconosce la sua piccolezza davanti al peccato. L’uomo non può nulla da solo se non si fa aiutare. E noi? Ci siamo mai trovati in una situazione simile a quella di “Davide”? Forse non siamo mai stati in pericolo di vita o vicini alla morte come lui, ma quante volte abbiamo vissuto situazioni in cui ci sentivamo persi o disperati? E in quelle situazioni cosa ci aiutava? In cosa cercavamo sostegno? La prima reazione di fronte ad una situazione di difficoltà, in particolar modo se causata da altre persone, può essere quella di ricercare vendetta e farsi giustizia da soli; poi ci rendiamo conto che è solo il primo pensiero, quello della via più facile, ma guidato dal peccato; dobbiamo riconoscere che Dio nel suo amore non agisce facendo del male agli altri, ma del bene a noi. Come “Davide”, che inizialmente invoca conseguenze disastrose per i suoi nemici e poi si redime, così anche noi dobbiamo avere la forza di chiedere l’aiuto necessario a compiere questo passo a Dio, con la preghiera, e ai nostri fratelli. La preghiera, infatti, può essere accompagnata anche dall’aiuto della comunità: non dobbiamo vergognarci di chiedere aiuto quando ne abbiamo bisogno. Anche se l’aiuto che arriva non ci piace e ci sembra assurdo o esagerato o che ci possa fare ancora più male, dobbiamo essere forti e credere in chi ci propone quell’aiuto: evidentemente noi non siamo in grado di ragionare lucidamente, mentre dall’esterno si capisce meglio di cosa abbiamo bisogno. E la preghiera ci è utile in questo percorso, perché ci aiuta a tenere un punto fisso su ciò che è bene e ciò che è male. Ricordiamoci, quindi, che nella vita può capitare di incontrare difficoltà e di vivere momenti di sconforto: in questi casi non dobbiamo lasciarci sopraffare dalla disperazione, ma rivolgerci a Dio che, come Padre buono e amorevole, ci darà il suo aiuto, anche se non nella forma o nelle modalità che ci aspettiamo.

 

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