Salmo 133(132) con il commento di Marco Missiroli e Valentina Rastelli



Dal libro dei Salmi
Salmo 133 (132) – Il profumo dell’unione fraterna
(Cantico delle ascensioni. Salmo sapienziale, didattico sul bene della concordia fraterna) 

Testo del Salmo
1 Canto delle salite. Di Davide. 

Ecco, com’è bello e com’è dolce che i fratelli vivano insieme! 2 È come olio prezioso versato sul capo, che scende sulla barba, la barba di Aronne, che scende sull’orlo della sua veste. 3 È come la rugiada dell’Ermon, che scende sui monti di Sion. Perché là il Signore manda la benedizione, la vita per sempre.  

 

 

Canto
Sorelle Clarisse del Monastero Natività di Maria, Rimini

Musica di sottofondo al commento
Libreria suoni di Garage Band

Meditazione
Marco Missiroli e Valentina Rastelli
Recita Valentina Rastelli

Meditazione
Questo salmo ci parla di Chiesa e di comunione. Già la prima frase riempie il cuore, specialmente nei tempi di pandemia, di distanziamento sociale e isolamento, ma in generale in una società sempre più individualista, i cui mali principali sono proprio causati dal fatto di sentirsi soli. La solitudine ha anche un valore importante, non lo mettiamo in dubbio. È forse nei momenti di deserto che Dio ci parla più spesso, se ci manteniamo in un atteggiamento di ascolto attivo sono di certo i momenti in cui possiamo sentire più chiaramente la Sua voce. Tuttavia, quella del nostro tempo ci sembra più una ricerca spasmodica di isolamento data dalla paura dell’altro, una paura sempre più malsana, che atterrisce e blocca l’apertura al mondo, alla crescita che implica la relazione con ciò che è altro da me. Siamo in pausa, una lunghissima pausa dalla vita stessa, questo pare guardando bene intorno. E leggendo questo salmo, invece, sentiamo davvero quanto sia soave l’amore fraterno, la ricchezza che deriva dal potersi confrontare, dal poter accogliere e abbracciare l’umanità in cui siamo immersi. È davvero soave come un olio che bagna e consacra dalla testa ai piedi! Aronne, il primo sacerdote, è stato consacrato per mezzo dell’olio, e questo simbolismo dello stare insieme tra fratelli che diventa come la sua consacrazione ci ricorda proprio come sia impossibile incontrare Dio nell’isolamento, nella chiusura in sé stessi. Perché quando siamo rinchiusi nella paura, chiudiamo anche le orecchie e il cuore. Il pensiero va anche a tutti i consacrati, che sempre più spesso perdono il sentiero della vocazione proprio per il fatto di essere lasciati, forse, troppo soli. Dio è nella comunità, in ogni caso. L’incontro con i fratelli, esseri umani in cammino come ciascuno di noi, rende fertile la vita, è appunto come le abbondanti rugiade del monte Ermon: ogni momento di relazione umana impone un lavoro su sé stessi, costringe ad una evoluzione del proprio pensiero nel confronto con la diversità, è un continuo apprendere, nonché un’occasione per mettersi in gioco e porsi domande. La relazione fa nascere, nei terreni aridi del nostro cuore assopito, prati verdi e fiori colorati di varie specie. L’uomo non può prescinderne. Torniamo ad incontrarci, soprattutto cerchiamoci nel tempo difficile! Dio benedice ogni sguardo, ogni chiamata, ogni abbraccio, ogni “come stai?”. Dio è nel fratello, non dimentichiamolo, spalanchiamo le porte delle nostre dimore, fisiche e spirituali, per tornare a vivere in pienezza!

 

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