Salmo 132(131) con il commento di Rachele Consolini



Dal libro dei Salmi
Salmo 132 (131) – Sion, luogo di riposo di Jhwh e sede regale
(Cantico delle ascensioni. Cantico di Sion per la traslazione dell’arca. Salmo reale, profetico e messianico)

Testo del Salmo
1 Canto delle salite. 

Ricòrdati, Signore, di Davide, di tutte le sue fatiche, 2 quando giurò al Signore, al Potente di Giacobbe fece voto: 3 «Non entrerò nella tenda in cui abito, non mi stenderò sul letto del mio riposo, 4 non concederò sonno ai miei occhi né riposo alle mie palpebre, 5 finché non avrò trovato un luogo per il Signore, una dimora per il Potente di Giacobbe». 6 Ecco, abbiamo saputo che era in Èfrata, l’abbiamo trovata nei campi di Iaar. 7 Entriamo nella sua dimora, prostriamoci allo sgabello dei suoi piedi. 8 Sorgi, Signore, verso il luogo del tuo riposo, tu e l’arca della tua potenza. 9 I tuoi sacerdoti si rivestano di giustizia ed esultino i tuoi fedeli. 10 Per amore di Davide, tuo servo, non respingere il volto del tuo consacrato. 11 Il Signore ha giurato a Davide, promessa da cui non torna indietro: «Il frutto delle tue viscere io metterò sul tuo trono! 12 Se i tuoi figli osserveranno la mia alleanza e i precetti che insegnerò loro, anche i loro figli per sempre siederanno sul tuo trono». 13 Sì, il Signore ha scelto Sion, l’ha voluta per sua residenza: 14 «Questo sarà il luogo del mio riposo per sempre: qui risiederò, perché l’ho voluto. 15 Benedirò tutti i suoi raccolti, sazierò di pane i suoi poveri. 16 Rivestirò di salvezza i suoi sacerdoti, i suoi fedeli esulteranno di gioia. 17 Là farò germogliare una potenza per Davide, preparerò una lampada per il mio consacrato. 18 Rivestirò di vergogna i suoi nemici, mentre su di lui fiorirà la sua corona». 

 

 

Canto
Sorelle Clarisse del Monastero Natività di Maria, Rimini

Musica di sottofondo al commento
Libreria suoni di Garage Band

Meditazione
Rachele Consolini

Meditazione
Questo salmo sembra essere un inno liturgico per la processione dell’arca. L’arca era una cassa di legno che custodiva le tavole della Legge date da Dio a Mosè. Durante la peregrinazione degli Israeliti nel deserto l’arca rimaneva sempre nel loro accampamento, spostandosi insieme con loro e quando il popolo si fermava nel deserto, essa veniva collocata al riparo di un’apposita tenda, chiamata “tenda del Signore”. Il salmo inizia con «Ricorda!». Il Salmista si rivolge a YHWH, ma per suscitare una memoria viva nel suo popolo, che lo riconduca al passato e all’alleanza con Dio. Salendo al monte Sion per commemorare la traslazione definitiva dell’arca dell’alleanza nella città di Gerusalemme, il Salmo 132, forse ai difficili tempi di re Giosìa (re che riportò la vera fede in Dio del suo popolo distruggendo tutti gli idoli) riporta a una nuova attualità due promesse, accostate come in un dialogo. Il primo giuramento è un ricordare a YHWH la promessa che Davide gli fece di trovargli una collocazione degna, cioè quando l’arca fu trasferita a Gerusalemme. Il secondo, al contrario, il giuramento di YHWH che giurò, in modo stabile e irrevocabile, l’eternità della sua presenza nel regno davidico e dei suoi successori, purché essi restassero fedeli all’alleanza, ricordata proprio dalla città che ne ospita il Tempio. Il Salmista, che forse è proprio il re Giosìa, si rivolge a Dio facendo appello allo zelo di Davide, che egli ha imitato; da ciò la speranza di essere esaudito nel suo desiderio di non vedere colpita Gerusalemme. Il re si appella alle promesse solenni fatte da Dio a Davide:  il versetto 11 si dice «Il Signore ha giurato a Davide, promessa da cui non torna indietro: Il frutto delle tue viscere io metterò sul tuo trono!».  Ed ecco qui la promessa di Dio, che il trono resterà alla sua discendenza a patto che i figli continuino l’alleanza con Lui. E Dio continua promettendo benedizioni, pace e prosperità, salvezza e gioia, luce, potenza e gloria, questi sono i frutti che il popolo di Dio riceverà. Tutto questo è anche a nostra disposizione perché, accettando Gesù come nostro Signore, siamo diventati suo popolo e discendenza regale. Tutti questi sono i doni che Gesù ci fa nella Pasqua e ci vuole donare, ma una sola è la condizione per godere di tutti questi benefici oltre che, non meno importante di essere liberati anche dai nemici, di rimanere e coltivare la nostra alleanza con Dio e, come Davide, impiegare tutte le nostre forze, le nostre giornate, i nostri sforzi perché Lui trovi posto e riposo nel suo luogo, il nostro cuore. In più non possiamo darci riposo fin tanto che Dio non dimori nel cuore di tutti gli uomini. Come dice il salmo nel versetto 16. Il desiderio che i suoi sacerdoti si rivestano di salvezza ed esultino i tuoi fedeli, è un modo di dire che siamo chiamati alla santità, e per questo alla vera letizia.

 

 

 

 

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