Salmo 129(128) con il commento di Manuel Semprini



Dal libro dei Salmi
Salmo 129 (128) – Imprecazione contro gli oppressori
(Cantico delle ascensioni. Lamentazione e supplica comunitaria, con formule imprecatorie)

Testo del Salmo 
1 Canto delle salite. 

Quanto mi hanno perseguitato fin dalla giovinezza – lo dica Israele –, 2 quanto mi hanno perseguitato fin dalla giovinezza, ma su di me non hanno prevalso! 3 Sul mio dorso hanno arato gli aratori, hanno scavato lunghi solchi. 4 Il Signore è giusto: ha spezzato le funi dei malvagi. 5 Si vergognino e volgano le spalle tutti quelli che odiano Sion. 6 Siano come l’erba dei tetti: prima che sia strappata, è già secca; 7 non riempie la mano al mietitore né il grembo a chi raccoglie covoni. 8 I passanti non possono dire: «La benedizione del Signore sia su di voi, 9 vi benediciamo nel nome del Signore».  

 

 

Canto
Sorelle Clarisse del Monastero Natività di Maria, Rimini

Musica di sottofondo al commento
Libreria suoni di Garage Band

Meditazione
Manuel Semprini

Meditazione
Questo salmo è un «canto delle salite», veniva cioè recitato o cantato molto probabilmente quando i pellegrini salivano verso Gerusalemme, posta a circa 800 metri sul livello del mare, per le tre grandi feste annuali: Pasqua, Pentecoste e Capanne. In questi versi troviamo Israele che impreca contro i suoi oppressori, contro coloro che «hanno scavato lunghi solchi» nell’arco della sua storia. A costoro augura di essere come l’«erba dei tetti», ossia una pianta dalle scarse radici che ha breve vita e poca sostanza. Tutto questo ci può apparire forse come un terribile desiderio, come una malcelata sete di vendetta, come una speranza mal riposta. In realtà, quello che ci turba e ci scandalizza è che tale richiesta sia rivolta a Dio. Eppure, non si deve dimenticare che il «Signore è giusto» e che la giustizia divina non è quella umana. Per quanto tu chieda al Signore di agire in un certo modo, non puoi davvero sperare che si avveri la tua supplica. Non perché Dio non ci ascolti, ma perché la volontà di Dio sfugge alle nostre logiche. Come dice Paolo: «Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie» (Rm 11,33). È bene affidarsi alla giustizia del Signore, ricordandoci però sempre della sua infinita misericordia.

 

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