Salmo 127(126) con il commento di Antonio Bongiovanni



Dal libro dei Salmi
Salmo 127 (126) – Abbandonarsi a Dio che provvede
(Cantico delle ascensioni. Salmo sapienziale: abbandonarsi con fiducia all’azione del Signore)

Testo del Salmo
1 Canto delle salite. Di Salomone. 

Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori. Se il Signore non vigila sulla città, invano veglia la sentinella. 2 Invano vi alzate di buon mattino e tardi andate a riposare, voi che mangiate un pane di fatica: al suo prediletto egli lo darà nel sonno. 3 Ecco, eredità del Signore sono i figli, è sua ricompensa il frutto del grembo. 4 Come frecce in mano a un guerriero sono i figli avuti in giovinezza. 5 Beato l’uomo che ne ha piena la faretra: non dovrà vergognarsi quando verrà alla porta a trattare con i propri nemici.

 

 

Canto
Sorelle Clarisse del Monastero Natività di Maria, Rimini

Musica di sottofondo al commento
Libreria suoni di Garage Band

Meditazione
Antonio Bongiovanni

Meditazione
Quanta fatica alle volte facciamo per fare cose che forse, con più calma e abbandono, verrebbero più facili e con un miglior risultato finale. «Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori», frase emblematica circa la “necessità” di basi solide e sicure su cui poggiare la propria casa. Quali dunque sono queste basi? La Parola di Dio, la preghiera (e quindi il dialogo con Dio), la richiesta continua, prima di intraprendere ogni azione e di prendere ogni decisione, di ispirazione da parte dello Spirito Santo. Avete mai provato a chiedere prima a Lui cosa e come fare una cosa? Vale la pena tentare, questo dono (dello Spirito), è presente ed è disponibile, gratis, è sufficiente chiederlo con cuore aperto e sincero. Siccome non tutto possiamo prevedere e controllare, vale la pena almeno tentare. Auspicabile è dunque essere accompagnati da Dio in ogni momento della giornata. Lui ci ha promesso di “esserci”, ma sta a noi anche corrispondere a questo dono di amore. Sembra impossibile credere in qualcosa di immateriale e gratuito; la nostra logica umana è altro, intrisa di egoismi ed azioni che pensano sempre (o quasi) al corrispettivo. L’abbandono è forse più difficile da descrivere che da sperimentare; è richiesto solo un po' di allenamento all’ascolto e all’umile preghiera di affidamento a Dio. L’unico vero rischio? Trovare risposte e situazioni che non ci piacciono, che inizialmente ci vanno strette o non soddisfano il nostro grande ego. Difficilmente però si rischia di essere veramente delusi. Decidiamo di provare, di tentare questa fiduciosa preghiera e impariamo la pazienza di chi, sicuro del “Compagno di viaggio”, aspetta prima di giudicare e si butta nella mischia della vita con quella sicurezza ed amore che rendono tutto più fertile ed efficace. Alle volte non è necessario neanche un grande sforzo: maggiore è l’abbandono fiducioso e minore sarà la fatica. Il risultato è una vita piena, non più semplice, ma più vera ed autentica che ci corrisponde maggiormente, perché pensata da chi ci conosce meglio di noi stessi. «Beato l’uomo che ne ha piena la faretra». Perché non tentare? Non si vedono perdite all’orizzonte, ma solo nuovi raccolti in questo fiducioso abbandono tra le braccia di Dio.

 

Scarica la nostra App su