Salmo 125(124) con il commento di Chiara Antonioli



Dal libro dei Salmi
Salmo 125 (124) – Il Signore circonda il suo popolo
(Cantico delle ascensioni. Salmo comunitario di fiducia)

Testo del Salmo
1 Canto delle salite. Chi confida nel Signore è come il monte Sion: non vacilla, è stabile per sempre. 2 I monti circondano Gerusalemme: il Signore circonda il suo popolo, da ora e per sempre. 3 Non resterà lo scettro dei malvagi sull’eredità dei giusti, perché i giusti non tendano le mani a compiere il male. 4 Sii buono, Signore, con i buoni e con i retti di cuore. 5 Ma quelli che deviano per sentieri tortuosi il Signore li associ ai malfattori. Pace su Israele!

 

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Canto
Sorelle Clarisse del Monastero Natività di Maria, Rimini

Musica di sottofondo al commento
Libreria suoni di Garage Band

Meditazione
Chiara Antonioli

Meditazione
Nella vita, spesso siamo chiamati ad affrontare situazioni che vorremmo saltare a piè pari. Chi si affida al Signore rimane stabile, non vacilla. Il Signore non ci toglie le difficoltà ma ci accompagna: gioisce con noi quando siamo felici e lotta con noi, quando soffriamo. Egli ci chiede di pregare, vuole la nostra fiducia («Sia fatta la Tua volontà») poiché i tempi e i modi per la nostra realizzazione li conosce Lui solo. Infatti: i suoi sentieri non sono i nostri sentieri, le sue vie, non sono le nostre vie. Dandogli fiducia verremo esauditi in modi inaspettati e misteriosi. Una testimonianza intensa è quella di Kirk Kilgour. Nato a Los Angeles nel 1947, si dedicò allo sport, in particolare al volley. Un giorno cadde malamente, subendo una lussazione della quinta vertebra cervicale con lesione al midollo spinale, con conseguente totale e irreversibile paralisi ai quattro arti. Da quel giorno Kilgour visse con grande coraggio e forza d’animo su una sedia a rotelle, progettata con congegni inediti comandati da impulsi vocali, che l’accompagnò per il resto della vita, aiutandolo a portare avanti le sue molteplici attività in giro per il mondo. Morì nel 2002. L’11 febbraio 2000, in piazza San Pietro a Roma, recitò questa preghiera composta da lui stesso, in occasione del Giubilo dei malati: «Chiesi a Dio di essere forte per eseguire progetti grandiosi: Egli mi rese debole per conservarmi nell’umiltà. Domandai a Dio che mi desse la salute per realizzare grandi imprese: Egli mi ha dato il dolore per comprenderla meglio. Gli domandai la ricchezza per possedere tutto: mi ha fatto povero per non essere egoista. Gli domandai il potere perché gli uomini avessero bisogno di me: Egli mi ha dato l’umiliazione perché io avessi bisogno di loro. Domandai a Dio tutto per godere la vita: mi ha lasciato la vita perché potessi apprezzare tutto. Signore, non ho ricevuto niente di quello che chiedevo, ma mi hai dato tutto quello di cui avevo bisogno e quasi contro la mia volontà. Le preghiere che non feci furono esaudite. Sii lodato; o mio Signore, fra tutti gli uomini nessuno possiede quello che ho io!»

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