Salmo 79(78) con il commento di Paolo Antonini



Dal libro dei Salmi
Salmo 79 (78) – Lamento pubblico per la distruzione di Gerusalemme 
(Lamentazione pubblica con formule imprecatorie. Salmo penitenziale con accenti di fiducia e di speranza)

Testo del Salmo
1 Salmo. Di Asaf. 

O Dio, nella tua eredità sono entrate le genti: hanno profanato il tuo santo tempio, hanno ridotto Gerusalemme in macerie. 2 Hanno abbandonato i cadaveri dei tuoi servi in pasto agli uccelli del cielo, la carne dei tuoi fedeli agli animali selvatici. 3 Hanno versato il loro sangue come acqua intorno a Gerusalemme e nessuno seppelliva. 4 Siamo divenuti il disprezzo dei nostri vicini, lo scherno e la derisione di chi ci sta intorno. 5 Fino a quando sarai adirato, Signore: per sempre? Arderà come fuoco la tua gelosia? 6 Riversa il tuo sdegno sulle genti che non ti riconoscono e sui regni che non invocano il tuo nome, 7 perché hanno divorato Giacobbe, hanno devastato la sua dimora. 8 Non imputare a noi le colpe dei nostri antenati: presto ci venga incontro la tua misericordia, perché siamo così poveri! 9 Aiutaci, o Dio, nostra salvezza, per la gloria del tuo nome; liberaci e perdona i nostri peccati a motivo del tuo nome. 10 Perché le genti dovrebbero dire: «Dov’è il loro Dio?». Si conosca tra le genti, sotto i nostri occhi, la vendetta per il sangue versato dei tuoi servi. 11 Giunga fino a te il gemito dei prigionieri; con la grandezza del tuo braccio salva i condannati a morte. 12 Fa’ ricadere sette volte sui nostri vicini, dentro di loro, l’insulto con cui ti hanno insultato, Signore. 13 E noi, tuo popolo e gregge del tuo pascolo, ti renderemo grazie per sempre; di generazione in generazione narreremo la tua lode.

 


 

Canto
Sorelle Clarisse del Monastero Natività di Maria, Rimini

Musica di sottofondo al commento
Libreria suoni di Garage Band

Meditazione
Caterina Casadei

Meditazione
Il Salmo 79 è un canto fortemente segnato dalla sofferenza. Abbiamo nella prima parte immagini di macerie, cadaveri, sangue. È il popolo di Israele che si lamenta e manifesta tutto il suo dolore e tutto il suo dramma. Si tratta del dramma della città santa devastata, del tempio diroccato e profanato. Gerusalemme è in macerie, qua e là si inciampa in cadaveri in de-composizione, lugubri rapaci si aggirano sulle prede, il sangue brilla sulle pietre, il silenzio e la vergogna avvolgono Israele come un manto. Il Salmo 79 è un canto fortemente segnato dalla sofferenza, ma di fronte al pentimento, Dio ritorna a essere il difensore del suo popolo vendicandolo di tutte le sofferenze subite. «Non imputare a noi le colpe dei nostri antenati: presto ci venga incontro la tua misericordia, perché siamo così poveri! 9 Aiutaci, o Dio, nostra salvezza». La speranza che alimenta il Salmista è, quindi, duplice: da un lato c’è l’attesa del perdono del peccato da parte del Signore, dall’altro c’è invece la certezza che Dio vendicherà il male subito dal suo popolo.  Si chiude, così, un salmo teso più sul filo del combattere che non su quello del rassegnarsi. A volte è stato rimproverato alla religione di essere solo la consolazione degli oppressi, di essere solo l’alimento della rassegnazione. Questo salmo è, invece, la rivelazione del vero senso della rassegnazione, cioè quello di un abbandono a un Dio che prima o poi si impegnerà con noi a lottare per la giustizia. C’è una certa rassegnazione che ti rende la vita spenta, infeconda, che ti rende inerte di fronte agli avvenimenti.. Bisogna non amareggiare l’anima, ma conservarla giovane, cioè sempre presente di fronte alla vita e all’avvenire: la rassegnazione diventa vita gioiosa in quanto Dio è sempre vicino a noi. Se nella nostra giornata, nella nostra vita, non ci facciamo prendere dalla rassegnazione, ma viviamo tutti i nostri attimi “con gioia” confidando che “Lui è sempre vicino a noi”, che “Lui è il nostro baluardo” in ogni situazione, brutta o bella che sia, allora la “gioia di vivere” permeerà ogni attimo di essa.

 

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