Salmo 78(77), 26-49 con il commento di Caterina Casadei



Dal libro dei Salmi
Salmo 78 (77) – Le meraviglie di Jhwh e le ribellioni di Israele
(Salmo didattico sulla storia santa della fede divina. Salmo di pellegrinaggio. Celebrazione dell’Alleanza)

Testo del Salmo
26 Scatenò nel cielo il vento orientale, con la sua forza fece soffiare il vento australe; 27 su di loro fece piovere carne come polvere e uccelli come sabbia del mare, 28 li fece cadere in mezzo ai loro accampamenti, tutt’intorno alle loro tende. 29 Mangiarono fino a saziarsi ed egli appagò il loro desiderio. 30 Il loro desiderio non era ancora scomparso, avevano ancora il cibo in bocca, 31 quando l’ira di Dio si levò contro di loro, uccise i più robusti e abbatté i migliori d’Israele. 32 Con tutto questo, peccarono ancora e non ebbero fede nelle sue meraviglie. 33 Allora consumò in un soffio i loro giorni e i loro anni nel terrore. 34 Quando li uccideva, lo cercavano e tornavano a rivolgersi a lui, 35 ricordavano che Dio è la loro roccia e Dio, l’Altissimo, il loro redentore; 36 lo lusingavano con la loro bocca, ma gli mentivano con la lingua: 37 il loro cuore non era costante verso di lui e non erano fedeli alla sua alleanza. 38 Ma lui, misericordioso, perdonava la colpa, invece di distruggere. Molte volte trattenne la sua ira e non scatenò il suo furore; 39 ricordava che essi sono di carne, un soffio che va e non ritorna. 40 Quante volte si ribellarono a lui nel deserto, lo rattristarono in quei luoghi solitari! 41 Ritornarono a tentare Dio, a esasperare il Santo d’Israele. 42 Non si ricordarono più della sua mano, del giorno in cui li aveva riscattati dall’oppressione, 43 quando operò in Egitto i suoi segni, i suoi prodigi nella regione di Tanis. 44 Egli mutò in sangue i loro fiumi e i loro ruscelli, perché non bevessero. 45 Mandò contro di loro tafani a divorarli e rane a distruggerli. 46 Diede ai bruchi il loro raccolto, alle locuste la loro fatica. 47 Devastò le loro vigne con la grandine, i loro sicomòri con la brina. 48 Consegnò alla peste il loro bestiame, ai fulmini le loro greggi. 49 Scatenò contro di loro l’ardore della sua ira, la collera, lo sdegno, la tribolazione, e inviò messaggeri di sventure. 

 

 

 

 

 

Canto
Sorelle Clarisse del Monastero Natività di Maria, Rimini

Musica di sottofondo al commento
Libreria suoni di Garage Band

Meditazione
Caterina Casadei

Meditazione
Il Salmista insiste nel mettere in evidenza la sfiducia del popolo verso Dio. In seguito a nuovi castighi, essi finsero di tornare al Signore, ma «..lo lusingavano con la bocca e gli mentivano con la lingua..» e, nonostante questo, Egli ebbe compassione di loro. Dalle parole del Salmista prorompe una dolorosa esclamazione: «Quante volte si ribellarono a lui nel deserto, lo rattristarono in quei luoghi solitari!». Gli pare impossibile che quegli uomini abbiano, con tanta facilità, dimenticato Colui che li aveva liberati e tutti i suoi benefici: le piaghe inviate all’Egitto per liberarli, la protezione accordata nel viaggio del deserto. In questa seconda parte il Salmista evidenzia il contrasto tra le mormorazioni e le contraddizioni del popolo contro Dio e, dall’altra parte, la misericordia, il perdono e la compassione di Dio verso il popolo. Solo Cristo poteva affrontare la collera di Dio e prendere su di sé le piaghe ed il castigo meritato dai peccatori, perché Egli veniva per annientare le potenze del male. Alcune tradizioni degli antichi Padri hanno visto in questo salmo la storia della passione di Cristo e, nella liturgia del venerdì santo, traduce il lamento del salmo nei “rimproveri” rivolti da Cristo al suo popolo infedele. «Popolo mio che male ti ho fatto? In che ti ho provocato? Dammi risposta. Io ti ho guidato fuori dall’Egitto e tu mi hai consegnato ai capi dei sacerdoti. Io ho aperto il mare davanti a te e tu mi hai aperto il costato con la lancia. Io ti ho dissetato dalla rupe con acqua di salvezza e tu mi hai dissetato con fiele e aceto. Io ti ho nutrito con la manna nel deserto e tu mi hai colpito con schiaffi e flagelli. Io ti ho esaltato con grande potenza e tu mi hai sospeso al patibolo della croce». Leggendo e meditando questo salmo mi è sembrato di ascoltare i titoli dei telegiornali di questo periodo, dove le notizie che vengono date sono solo negative. Certo che i fatti vanno comunicati ma, nella vita esistono anche notizie positive. Viene messa in luce una visione drammatica e negativa del mondo: «Quante volte si ribellarono a Lui nel deserto, lo rattristarono in quei luoghi solitari!». Mi chiedo come valorizzare i prodigi e le meraviglie che Dio opera nella mia vita e farli emergere perché diventino più numerosi dei tristi fatti che vengono raccontati, tenendo comunque presente che eventi negativi o drammi ci sono anche nella mia vita. Un semplice modo, non certo unico, che mi è stato proposto da una persona di mia conoscenza, è di scrivere ogni giorno almeno tre cose belle che ho vissuto e di pubblicarle. Questo ed altro, soprattutto la preghiera, mi aiuta a non sprecare o ignorare i doni che il Signore della vita mi fa ogni giorno, in modo che possa emergere anche il bene. Certamente ognuno vive eventi tristi o difficili, e “lamentarsi” con il Signore è parte del nostro DNA ed è umano, perché siamo fatti di “carne”, forse però, dopo le tante parole di sfogo, potremmo impegnarci ad usarne almeno altrettante per lodare il Signore per i suoi benefici, cominciando dal dono della vita.

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