Salmo 78(77), 1-25 con il commento di Caterina Casadei



Dal libro dei Salmi
Salmo 78 (77) – Le meraviglie di Jhwh e le ribellioni di Israele
(Salmo didattico sulla storia santa della fede divina. Salmo di pellegrinaggio. Celebrazione dell’Alleanza)

Testo del Salmo
1 Maskil. Di Asaf. 

Ascolta, popolo mio, la mia legge, porgi l’orecchio alle parole della mia bocca. 2 Aprirò la mia bocca con una parabola, rievocherò gli enigmi dei tempi antichi. 3 Ciò che abbiamo udito e conosciuto e i nostri padri ci hanno raccontato 4 non lo terremo nascosto ai nostri figli, raccontando alla generazione futura le azioni gloriose e potenti del Signore e le meraviglie che egli ha compiuto. 5 Ha stabilito un insegnamento in Giacobbe, ha posto una legge in Israele, che ha comandato ai nostri padri di far conoscere ai loro figli, 6 perché la conosca la generazione futura, i figli che nasceranno. Essi poi si alzeranno a raccontarlo ai loro figli, 7 perché ripongano in Dio la loro fiducia e non dimentichino le opere di Dio, ma custodiscano i suoi comandi. 8 Non siano come i loro padri, generazione ribelle e ostinata, generazione dal cuore incostante e dallo spirito infedele a Dio. 9 I figli di Èfraim, arcieri valorosi, voltarono le spalle nel giorno della battaglia. 10 Non osservarono l’alleanza di Dio e si rifiutarono di camminare nella sua legge. 11 Dimenticarono le sue opere, le meraviglie che aveva loro mostrato. 12 Cose meravigliose aveva fatto davanti ai loro padri nel paese d’Egitto, nella regione di Tanis. 13 Divise il mare e li fece passare, e fermò le acque come un argine. 14 Li guidò con una nube di giorno e tutta la notte con un bagliore di fuoco. 15 Spaccò rocce nel deserto e diede loro da bere come dal grande abisso. 16 Fece sgorgare ruscelli dalla rupe e scorrere l’acqua a fiumi. 17 Eppure continuarono a peccare contro di lui, a ribellarsi all’Altissimo in luoghi aridi. 18 Nel loro cuore tentarono Dio, chiedendo cibo per la loro gola. 19 Parlarono contro Dio, dicendo: «Sarà capace Dio di preparare una tavola nel deserto?». 20 Certo! Egli percosse la rupe e ne scaturì acqua e strariparono torrenti. «Saprà dare anche pane o procurare carne al suo popolo?». 21 Perciò il Signore udì e ne fu adirato; un fuoco divampò contro Giacobbe e la sua ira si levò contro Israele, 22 perché non ebbero fede in Dio e non confidarono nella sua salvezza. 23 Diede ordine alle nubi dall’alto e aprì le porte del cielo; 24 fece piovere su di loro la manna per cibo e diede loro pane del cielo: 25 l’uomo mangiò il pane dei forti; diede loro cibo in abbondanza. 

 

 

 

Canto
Sorelle Clarisse del Monastero Natività di Maria, Rimini

Musica di sottofondo al commento
Libreria suoni di Garage Band

Meditazione
Caterina Casadei

Meditazione
È un salmo che, meditando sugli avvenimenti della storia di Israele e, in particolare del ricordo delle misericordie di Dio e della infedeltà del popolo, cerca di trarre degli insegnamenti per il presente e per il futuro. È un lungo discorso, presentato come una lezione di sapienza: se il popolo di Dio vuole capire il suo destino, deve riflettere sulle sue origini e meditare l’Esodo; una storia della grazia di Dio e della infedeltà degli uomini. Nella prima parte (1-8) lo scopo del salmo è quello di ricordare alle generazioni presenti e future, le opere meravigliose di Dio perché esse pongano in Lui la loro fiducia, osservino i suoi comandamenti e non ripetano gli errori della generazione passata: perversa, ribelle e incredula. Al versetto 2 il salmo dice: «aprirò la mia bocca con una parabola..», questo versetto ci richiama il Vangelo di Matteo: «..tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto dal profeta: “..aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo”» (13,34-35). I prodigi operati da Dio nella storia di Israele erano figura ed annuncio di ciò che Egli avrebbe compiuto in favore di tutta l’umanità per mezzo di Gesù, Verbo fatto carne. Cristo è venuto per portare a compimento la liberazione iniziata nell’Egitto e per redimere dalla schiavitù del peccato, non solo gli Ebrei, ma tutti i popoli facendoli passare, per mezzo della acque del Battesimo, ad una vita nuova (v. 13); Egli è la fonte di acqua viva inviata per dissetare gli uomini (vv. 15-16); Egli è la nube luminosa che guida il popolo alla salvezza (v. 14); Egli è il pane vivo disceso dal cielo (v. 23). Il primo richiamo per me, per la mia vita, sta già e soprattutto nel primo versetto, il primo comandamento: «Ascolta, popolo mio, la mia legge, porgi l’orecchio alle parole della mia bocca». Imparare continuamente la capacità di ascoltare, di fare silenzio, di svuotare la testa dai miei pensieri, dai giudizi, dal “so tutto io” e aprire cuore e mente alle parole della sua bocca. Solo ascoltando (leggendo la Scrittura) posso riuscire a cogliere nella storia di Israele, raccontata in questo salmo, la misericordia di Dio e collegarla alla mia vita. La trasmissione della fede ricevuta in famiglia, raccontata, ma a volte subìta più che amata: frutto di precetti più che di scelte. Ho imparato nel tempo che andare a Messa la domenica non può essere assolvere un precetto, ma è l’incontro vero con Cristo, nella comunità che loda il suo Signore e rende grazie per tutti i doni ricevuti. Leggere l’ingratitudine del popolo in contrasto con la bontà e la fedeltà di Dio, e ammettere che anch’io vivo questo contrasto. In questo periodo in cui cerco di elaborare il lutto, la dipartita al cielo del mio sposo, dimentico o accantono tutto ciò che di bello abbiamo vissuto. Anch’io mi ribello e metto in luce soprattutto ciò che mi manca, piuttosto che godere della bellezza del nostro amore, amore che ci ha donato Dio e che vive ora una dimensione diversa. E “tento” Dio: “Sarà capace Dio di preparare il nostro banchetto nuziale nel cielo?”. E Lui mi fa incontrare questo salmo e l’Eucaristia e «..diede loro cibo in abbondanza». Il salmo è una parabola della nostra vita fatta di luci e ombre, di misericordia di Dio e delle nostre infedeltà. Ci richiama i suoi doni e ci chiede di lasciarci condurre con docilità, senza cercare di prendergli la mano nei suoi disegni di salvezza. Nel ricordare a tutte le generazioni le sue opere mirabili, chiede al popolo di osservare i suoi comandamenti e di non ripetere gli errori della generazione passata.

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