Salmo 68(67) con il commento di Giovanni Cantarini



Dal libro dei Salmi
Salmo 68 (67) – Jhwh è un Dio che salva
(Inno di lode e di ringraziamento comunitario. Cantico di Sion, processionale. Messianico)

Testo del Salmo
1 Al maestro del coro. Di Davide. Salmo. Canto. 

2 Sorga Dio e siano dispersi i suoi nemici e fuggano davanti a lui quelli che lo odiano. 3 Come si dissolve il fumo, tu li dissolvi; come si scioglie la cera di fronte al fuoco, periscono i malvagi davanti a Dio. 4 I giusti invece si rallegrano, esultano davanti a Dio e cantano di gioia. 5 Cantate a Dio, inneggiate al suo nome, appianate la strada a colui che cavalca le nubi: Signore è il suo nome, esultate davanti a lui. 6 Padre degli orfani e difensore delle vedove è Dio nella sua santa dimora. 7 A chi è solo, Dio fa abitare una casa, fa uscire con gioia i prigionieri. Solo i ribelli dimorano in arida terra. 8 O Dio, quando uscivi davanti al tuo popolo, quando camminavi per il deserto, 9 tremò la terra, i cieli stillarono davanti a Dio, quello del Sinai, davanti a Dio, il Dio d’Israele. 10 Pioggia abbondante hai riversato, o Dio, la tua esausta eredità tu hai consolidato 11 e in essa ha abitato il tuo popolo, in quella che, nella tua bontà, hai reso sicura per il povero, o Dio. 12 Il Signore annuncia una notizia, grande schiera sono le messaggere di vittoria: 13 «Fuggono, fuggono i re degli eserciti! Nel campo, presso la casa, ci si divide la preda. 14 Non restate a dormire nei recinti! Splendono d’argento le ali della colomba, di riflessi d’oro le sue piume». 15 Quando l’Onnipotente là disperdeva i re, allora nevicava sul Salmon. 16 Montagna eccelsa è il monte di Basan, montagna dalle alte cime è il monte di Basan. 17 Perché invidiate, montagne dalle alte cime, la montagna che Dio ha desiderato per sua dimora? Il Signore l’abiterà per sempre. 18 I carri di Dio sono miriadi, migliaia gli arcieri: il Signore è tra loro, sul Sinai, in santità. 19 Sei salito in alto e hai fatto prigionieri – dagli uomini hai ricevuto tributi e anche dai ribelli – , perché là tu dimori, Signore Dio! 20 Di giorno in giorno benedetto il Signore: a noi Dio porta la salvezza. 21 Il nostro Dio è un Dio che salva; al Signore Dio appartengono le porte della morte. 22 Sì, Dio schiaccerà il capo dei suoi nemici, la testa dai lunghi capelli di chi percorre la via del delitto. 23 Ha detto il Signore: «Da Basan li farò tornare, li farò tornare dagli abissi del mare, 24 perché il tuo piede si bagni nel sangue e la lingua dei tuoi cani riceva la sua parte tra i nemici». 25 Appare il tuo corteo, Dio, il corteo del mio Dio, del mio re, nel santuario. 26 Precedono i cantori, seguono i suonatori di cetra, insieme a fanciulle che suonano tamburelli. 27 «Benedite Dio nelle vostre assemblee, benedite il Signore, voi della comunità d’Israele». 28 Ecco Beniamino, un piccolo che guida i capi di Giuda, la loro schiera, i capi di Zàbulon, i capi di Nèftali. 29 Mostra, o Dio, la tua forza, conferma, o Dio, quanto hai fatto per noi! 30 Per il tuo tempio, in Gerusalemme, i re ti porteranno doni. 31 Minaccia la bestia del canneto, quel branco di bufali, quell’esercito di tori, che si prostrano a idoli d’argento; disperdi i popoli che amano la guerra! 32 Verranno i grandi dall’Egitto, l’Etiopia tenderà le mani a Dio. 33 Regni della terra, cantate a Dio, cantate inni al Signore, 34 a colui che cavalca nei cieli, nei cieli eterni. Ecco, fa sentire la sua voce, una voce potente! 35 Riconoscete a Dio la sua potenza, la sua maestà sopra Israele, la sua potenza sopra le nubi. 36 Terribile tu sei, o Dio, nel tuo santuario. È lui, il Dio d’Israele, che dà forza e vigore al suo popolo. Sia benedetto Dio!

 

 

Canto 
Sorelle Clarisse del Monastero Natività di Maria, Rimini

Musica di sottofondo al commento
Libreria suoni di Garage Band

Meditazione
Giovanni Cantarini

Meditazione
Cosa sono i nemici di Dio davanti a Lui, a paragone dei suoi doni, della sua forza e di quanto ha fatto per noi? Fumo e cera che si dissolvono e si sciolgono. La risposta è all’inizio di questo salmo che loda, riconosce, ricorda, esulta e infine torna a celebrare «Dio che dà forza e vigore al suo popolo». Questo annuncia, infatti, la voce del Salmista, voce di un popolo che ascende a Sion, al santuario, più in alto di qualsiasi orgoglioso monte di gnosi e malizia: «Regni della terra […] cantante inni al Signore. […] Riconoscete a Dio la sua potenza …». La potenza di Dio si rivela ai suoi nemici: minaccia, dispersione, fuga, dissolvimento; da qualsiasi parte essi vengano o qualsiasi potenza essi abbiano, siano essi belve minacciose nascoste fra i canneti, oppure siano emblemi di forza fisica e politica; siano perfino esperti di guerra o amanti di essa, siano irriducibili ribelli: lo stesso destino li attende. Non così per i giusti, per l’eredità di Dio, per il popolo che attende in ogni momento questo soccorso. Infatti, questa eredità è spesso “esausta”; è fatta di orfani, di vedove, di poveri, di soli. Questa eredità è la medesima che ha attraversato il deserto e che a volte cede agli idoli e si divide in Giuda, Nèftali e Zàbulon. Ma proprio a questa povertà arriva la pioggia abbondante, la sicurezza, il miracolo, la neve sul nero basalto: «Quando l’Onnipotente là disperdeva i re, allora nevicava sul Salmon». È il tempo dell’esultanza e della lode che la Chiesa celebra nel trionfo di Cristo, cantando l’Alleluia dell’Ascensione Ascendens in altum alleluia captivam duxit captivitatem, interpretando nello Spirito il verso 19 come san Paolo che lo cita in Efesini 4,7: «Salendo verso l’alto, condusse a sé torme di prigionieri, distribuì doni agli uomini». Il bottino che esultanti le donne del salmo si spartiscono e che riecheggia la vittoria di Dèbora sul filisteo Sìsara (Gdc 5), niente altro adombra che i doni che chi rimane nella casa di Dio riceve da Gesù una volta che ha trionfato sul male, sul peccato, sulla morte, perché è a Lui che «appartengono le porte della morte».

 

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