Salmo 62(61) con il commento di Giacomo Ricci



Dal libro dei Salmi
Salmo 62 (61) – Abbandono al Signore
(Salmo di fiducia. Sapienziale e didattico sulla vita morale. Responsoriale)

Testo del Salmo
1 Al maestro del coro. Su «Iedutùn». Salmo. Di Davide. 

2 Solo in Dio riposa l’anima mia: da lui la mia salvezza. 3 Lui solo è mia roccia e mia salvezza, mia difesa: mai potrò vacillare. 4 Fino a quando vi scaglierete contro un uomo, per abbatterlo tutti insieme come un muro cadente, come un recinto che crolla? 5 Tramano solo di precipitarlo dall’alto, godono della menzogna. Con la bocca benedicono, nel loro intimo maledicono. 6 Solo in Dio riposa l’anima mia: da lui la mia speranza. 7 Lui solo è mia roccia e mia salvezza, mia difesa: non potrò vacillare. 8 In Dio è la mia salvezza e la mia gloria; il mio riparo sicuro, il mio rifugio è in Dio. 9 Confida in lui, o popolo, in ogni tempo; davanti a lui aprite il vostro cuore: nostro rifugio è Dio. 10 Sì, sono un soffio i figli di Adamo, una menzogna tutti gli uomini: tutti insieme, posti sulla bilancia, sono più lievi di un soffio. 11 Non confidate nella violenza, non illudetevi della rapina; alla ricchezza, anche se abbonda, non attaccate il cuore. 12 Una parola ha detto Dio, due ne ho udite: la forza appartiene a Dio, 13 tua è la fedeltà, Signore; secondo le sue opere tu ripaghi ogni uomo.

 

 

 

 

 

Canto 
Sorelle Clarisse del Monastero Natività di Maria, Rimini

Musica di sottofondo al commento
Libreria suoni di Garage Band

Meditazione
Giacomo Ricci

Meditazione
È meraviglioso poter palpare con mano l’intensità che questa preghiera porta con sé. Per Davide Dio è davvero al centro di tutto. Noi spesso abbiamo bisogno di tante cose per stare bene, sembra quasi che non ci bastino mai, appena c’è qualcosa che manca, che non va, sembra che la nostra vita non sia a posto, sembrano minate la nostra pace e serenità. Questo lo dico perché molto spesso mi sento in questo modo, sembra quasi che tutto debba essere perfetto nella mia vita perché io sia felice e, allo stesso tempo, sento esserci sempre un vuoto, qualcosa che manca, che penso possa derivare da vari fattori: lo stare bene fisicamente (è da diversi anni infatti che mi porto dietro una condizione fisica piuttosto malandata), fare il lavoro che mi piace, poter trovare una ragazza con cui iniziare una relazione. Percepire tutte queste cose che mancano mi dà inquietudine, spesso anche sofferenza. Qual è il risultato? Chiaro, si cerca il più possibile di darsi da fare per cercare di arginare al meglio queste mancanze, ma oltre a non riuscire a vivere il presente, si ha anche il risultato opposto, ci concentriamo talmente sulle cose che non vanno, che non riusciamo a vedere il resto del bello che c’è attorno a noi, per di più non riusciamo nemmeno a sistemare ciò che non va. Davide ci dice che per lui è esattamente il contrario. Niente di tutto ciò che lo circonda riesce a dargli la vera pace, solo la relazione con Dio può. Forse è una coincidenza, ma proprio recentemente mi sono reso conto che è davvero così. Quando ci si fida di Dio e si smette di pensare a tutto ciò che non va, quando ci si lasciamo andare affidandoci a Lui, è lì che troviamo la pace e la salvezza. C’è una bellissima canzone di Niccolò Fabi, che s’intitola Vince chi molla.. incoraggia a lasciare andare le cose, a lasciarsi andare perché, e qui cito: «la salvezza non si controlla». Solo lasciando andare possiamo vincere, salvarci, e questo è possibile solo nell’atto di fede, solo se crediamo che ci sarà qualcuno pronto a prenderci e ad accompagnarci per mano. Davide scrive questo salmo probabilmente mentre si trova nel deserto a causa del re Saul, che per paura di essere spodestato dal trono, decide di perseguitarlo con la falsa accusa di tradimento. È probabile infatti che a lui siano riferiti i versi 4 e 5. Davide si trova in un momento di prova, di difficoltà, e non fa altro che rifugiarsi in Dio, ha la certezza che in lui troverà conforto e, anche se la vita o gli uomini potranno fargli del male, questo male potrà sopportarlo e di certo non gli toglierà la serenità e la felicità, ma continuerà ad andare avanti («non potrò vacillare»). Ai versi 6 e 7 ripete in modo identico i versi 2 e 3, ad eccezione di una parola, cambia salvezza con speranza. Sembra allora esserci un’assonanza forte fra queste due parole: se ci pensiamo, infatti, Dio non risolve le nostre difficili situazioni come un mago con la sua  bacchetta, ma ci sta accanto e ci dona speranza, ed è quest’ultima che ci salva, perché ci dà un’alternativa, un’altra possibilità, ci permette di non disperarci. Nel verso 8 Davide ci dice che Dio per lui non è solo salvezza o riparo, ma anche la via per la gloria, per realizzare pienamente la sua vita ed essere felice («In Dio è la mia gloria»). Successivamente Davide si rivolge al popolo, che siamo tutti noi, raccomandandosi di confidare sempre in Dio, specificando «in ogni tempo», ovvero in ogni circostanza. Sembra dirci di confidare in Lui anche quando non lo sentiamo, quando non riusciamo a percepire la sua presenza vicina a noi, ma al contrario ci sentiamo abbandonati. Perché forse è facile credere in Dio quando le cose vanno bene, quando la sua presenza sembra così viva e vicina a noi, ma è quando tutto va male, ed anche la Sua presenza sembra scomparire, che si riconosce un vero cristiano, che continua a credere anche quando cammina nel buio, perché sa che prima o poi incontrerà la Luce. Successivamente sembra spiegare la motivazione: bisogna confidare in Dio anche perché purtroppo è molto difficile poter confidare negli uomini, che «sono solo un soffio», corrotti, soggetti a continui sbagli e tradimenti. Subito dopo, invece, tocca un argomento abbastanza particolare: «Una parola ha detto Dio, due ne ho udite».. in che modo il Signore ci parla? Attraverso cosa e come? Di sicuro sono tanti i veicoli, ci interpella tramite ogni situazione che viviamo, ogni persona che incontriamo, il difficile sta nell’avere un cuore disponibile e pronto ad accogliere tali provocazioni. È importante allora che prima la sua voce ci giunga proprio attraverso quella che è la sua parola, il Vangelo, per poi ricollegare il tutto al vissuto di ogni giorno. Davide sembra dirci che riconoscere la voce del Signore non è affatto semplice, perché viene a noi insieme ad un sacco di altre voci o suoni che disturbano il ricevimento di tale frequenza. In mezzo a tutto quel trambusto inoltre c’è anche la nostra di voce, che fa parlare un po’ il nostro egoismo e tende a sviarci. Come fare allora? Mi viene in mente a questo punto una frase di Albus Silente, celebre personaggio della famosissima saga di Harry Potter, che alla fine del quarto libro, dice: «momenti bui e difficili ci attendono, presto dovremo affrontare la scelta fra ciò che è giusto e ciò che è facile». Quasi sempre la scelta più giusta è anche quella più impegnativa: «sforzatevi di passare per la porta stretta», dice Gesù nel vangelo di Luca, infatti la voce che viene da noi stessi tende a preservarci, mentre quella che viene da Cristo ci espone, ci fa fare fatica, ma la cosa bella è che, prestando attenzione, sarà possibile scorgere anche un sentimento di pace dietro a quegli sforzi. Non basta, per scegliere correttamente è necessario anche conoscere bene la Parola, tutti gli insegnamenti e le scelte compiute da Gesù, perché possano guidarci ed aiutarci lungo tutto il nostro cammino di discernimento, fino a che saremo noi ad incarnare tali scelte e, così facendo, “ripagheremo ogni uomo”, creando sempre di più un mondo giusto.

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