Salmo 60(59) con il commento di Simone Fagioli



Dal libro dei Salmi
Salmo 60 (59) – Risposta di Dio alla supplica nazionale
(Lamentazione comunitaria dopo una sconfitta nazionale. Attestazione di fiducia)

Testo del Salmo
1 Al maestro del coro. Su «Il giglio della testimonianza». Miktam. Di Davide. Da insegnare. 2 Quando uscì contro Aram Naharàim e contro Aram Soba e quando Ioab, nel ritorno, sconfisse gli Edomiti nella valle del Sale: dodicimila uomini. 

3 Dio, tu ci hai respinti, ci hai messi in rotta, ti sei sdegnato: ritorna a noi. 4 Hai fatto tremare la terra, l’hai squarciata: risana le sue crepe, perché essa vacilla. 5 Hai messo a dura prova il tuo popolo, ci hai fatto bere vino che stordisce. 6 Hai dato un segnale a quelli che ti temono, perché fuggano lontano dagli archi. 7 Perché siano liberati i tuoi amici, salvaci con la tua destra e rispondici! 8 Dio ha parlato nel suo santuario: «Esulto e divido Sichem, spartisco la valle di Succot. 9 Mio è Gàlaad, mio è Manasse, Èfraim è l’elmo del mio capo, Giuda lo scettro del mio comando. 10 Moab è il catino per lavarmi, su Edom getterò i miei sandali, il mio grido di vittoria sulla Filistea!». 11 Chi mi condurrà alla città fortificata, chi potrà guidarmi fino al paese di Edom, 12 se non tu, o Dio, che ci hai respinti e più non esci, o Dio, con le nostre schiere? 13 Nell’oppressione vieni in nostro aiuto, perché vana è la salvezza dell’uomo. 14 Con Dio noi faremo prodezze, egli calpesterà i nostri nemici. 

 

 

Canto 
Sorelle Clarisse del Monastero Natività di Maria, Rimini

Musica di sottofondo al commento
Libreria suoni di Garage Band

Meditazione
Simone Fagioli

Meditazione
La guerra è viva tra le strade palestinesi. Israele è in agonia così come il cuore dell’uomo sconvolto dalle guerre di ogni tempo. È lui che, alzati gli occhi al sole, sparò un grido di dolore al cielo come ultima vera grande occasione per chiedere risposte e aiuto ad un Dio che, all’occhio umano, risultava disperso tra le sue nuvole. Questo salmo è un lamento di un uomo che è invaso dal dolore, che non riesce più a trovare un filo logico dentro ciò che vive, subisce un disordine che non riesce più a riordinare, è perplesso, smarrito, probabilmente non è più capace di piangere. La trova una cosa inutile, senza senso. Perché piangere? Adesso? Ancora? Basta. Sente il bisogno di chiedere per-dono un segno capace di risollevarlo dalle crepe della sua anima. Percepisce troppa distanza tra il suo dolore e le note di Che fantastica storia è la vita di Antonello Venditti. Qui, dalla discesa della sua agonia, cominciava la salita della sua fede. Povero di emozioni avrebbe dato qualsiasi cosa per vivere il sole della pace, per respirare l’amore sdraiato su quella meravigliosa terra. È un uomo al quale rimane in tasca solo la più bella fra le “armi” che l’essere umano non è mai riuscito a costruire: la speranza e la fiducia in Dio. Senza la fiducia nel Salvatore il grido di questo uomo, o meglio, il grido di ognuno di noi, rimarrebbe tale e si andrebbe a disperdere tra le valli della nostra insicurezza. Ma con la fiducia in Dio il grido di ognuno di noi diventa richiesta d’amore, e Dio ad ogni richiesta d’amore.. risponde! Questo salmo è un lamento che prende per mano la natura mortale dell’uomo, e la eleva alla salvezza partendo da un principio di dolore, di disordine, di caos, passando per una richiesta estrema di aiuto attraverso la fiducia del cuore, e termina con l’azione potente di Dio che, dopo aver ascoltato, mette in salvo i suoi figli all’interno di mura alte e spesse di una città che profuma di rinascita. Non abbiate paura del disordine, non abbiate paura del dolore, non abbiate paura di perdervi, perché la vita viene arricchita anche da questi sgradevoli ingredienti. Ma è altro che deve guidare le nostre preoccupazioni. Ci dobbiamo preoccupare di non aver paura di gridare a Dio il nostro sconforto. Vincere la vergogna come se fosse il gesto di coraggio più illuminante della vostra vita. Dobbiamo preoccuparci di usare poche parole ma giuste, con Dio, centrando in pieno la fonte del nostro dolore. Fatevi capire da Dio usando il linguaggio universale più comprensibile di tutti: “Padre.. amami!”. Quando soffriamo, quando ci perdiamo, è perché stiamo cercando l’Amore, ma spesso non sappiamo dentro cosa o dentro chi cercarlo. Allora partiamo da quello. Il nostro grido a Dio deve essere una richiesta d’amore, poi sarà Lui che ci dirà quale tipo di amore ci spetta. Preoccupiamoci di crescere nella consapevolezza che ognuno di noi è in cerca dell’amore. Resistete, resistete alla noia che attacca ogni giorno le porte della vostra fede! Tenetevi stretta la fatica di sorella fiducia, perché Dio è lì, pronto ad accogliere il vostro grido. Fidatevi, ed anche un salmo così difficile da interpretare, un salmo scritto con l’inchiostro cosparso di dolore, può diventare la via per quella città fortificata che Dio ha preparato per la nostra risurrezione.

 

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