Salmo 56(55) con il commento di Andrea Parato



Dal libro dei Salmi
Salmo 56 (55) – Fiducia nel giorno della paura
(Lamentazione individuale. Salmo di fiducia, con formule imprecatorie. Responsoriale)

Testo del salmo
1 Al maestro del coro. Su «Colomba dei terebinti lontani». Di Davide. Miktam. Quando i Filistei lo tenevano prigioniero a Gat. 

2 Pietà di me, o Dio, perché un uomo mi perseguita, un aggressore tutto il giorno mi opprime. 3 Tutto il giorno mi perseguitano i miei nemici, numerosi sono quelli che dall’alto mi combattono. 4 Nell’ora della paura io in te confido. 5 In Dio, di cui lodo la parola, in Dio confido, non avrò timore: che cosa potrà farmi un essere di carne? 6 Travisano tutto il giorno le mie parole, ogni loro progetto su di me è per il male. 7 Congiurano, tendono insidie, spiano i miei passi, per attentare alla mia vita. 8 Ripagali per tanta cattiveria! Nella tua ira abbatti i popoli, o Dio. 9 I passi del mio vagare tu li hai contati, nel tuo otre raccogli le mie lacrime: non sono forse scritte nel tuo libro? 10 Allora si ritireranno i miei nemici, nel giorno in cui ti avrò invocato; questo io so: che Dio è per me. 11 In Dio, di cui lodo la parola, nel Signore, di cui lodo la parola, 12 in Dio confido, non avrò timore: che cosa potrà farmi un uomo? 13 Manterrò, o Dio, i voti che ti ho fatto: ti renderò azioni di grazie, 14 perché hai liberato la mia vita dalla morte, i miei piedi dalla caduta, per camminare davanti a Dio nella luce dei viventi.  

 


Commento

Potremmo definire questo un Salmo “sensoriale”. Inizia nel buio dell’ora della paura e termina alla luce dei viventi: un bagliore costante lo attraversa, quello della fiducia in Dio. Il senso del tatto è evidente nell’attenzione al movimento dei piedi: quelli del nemico calpestano, mentre i passi del salmista sono spiati; ma i passi del suo vagare sono anche contati e i suoi piedi preservati dalla caduta per camminare alla presenza di Dio. Ovviamente vi è anche suono, musicalità. C’è un ritornello che per due volte si ripete: «In Dio, di cui lodo la parola, in Dio confido, non avrò timore: che cosa potrà farmi un essere di carne?». Appunto: «Che cosa potrà farmi un essere di carne?». Su questo interrogativo lo scrittore Erri De Luca ha riflettuto: «Come si arriva a non temere la specie umana, la più pericolosa verso sé stessa? La risposta di chi ha fede è ovvia: chi teme la divinità non può temere altro. Il massimo timore sovrasta e spazza via i minori». Non credo però che si tratti, qui, di temere Dio. È terribile, certo, ma con i nemici iniqui, non per il salmista. Semmai dire «In Dio.. confido, non avrò timore: che cosa potrà farmi un uomo?» anticipa e risuona in quel passo evangelico: «non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima» (Mt 10,28), e ancora: «Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?» di Paolo (Rm 8,31). Diversa è la posizione di sfiducia nei confronti dell’essere umano che calpesta e opprime. Nel fare l’identikit del suo aggressore, il salmista chiede: «che cosa potrà farmi un essere di carne?», e poi risponde con un dettagliato elenco di azioni: perseguita, opprime, travisa le parole, progetta il male, congiura, tende insidie, spia i passi, attenta alla vita. Non solo violenza fisica, dunque, ma anche verbale e psicologica: uno stalker, diremmo oggi. Il salmista forse sa di non essere un giusto, ma di certo è un oppresso. E come reagisce? Invoca la pietà divina, loda la parola di Dio (per tre volte), confida nel Signore e rende grazie. Un programma di azioni (supplica, lode, ringraziamento) e un atteggiamento – la fiducia/fede – che sono il modo di porsi di fronte a Dio nel vivere la preghiera. In sintesi: «Nell’ora della paura io in te confido». Come credenti, dovremmo ravvivare questa fiducia più spesso.

 

Canto 
Sorelle Clarisse del Monastero Natività di Maria, Rimini

Musica di sottofondo al commento
Libreria suoni di Garage Band

Meditazione
Andrea Parato

Scarica la nostra App su