Salmo 54(53) con il commento di Andrea Coralli e Monica Ciamei



Dal libro dei Salmi
Salmo 54 (53) – Dio, aiuto contro gli arroganti
(Lamentazione individuale. Salmo di fiducia con formule imprecatorie)

Testo del Salmo
1 Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Maskil. Di Davide. 2 Dopo che gli abitanti di Zif andarono da Saul a dirgli: «Ecco, Davide se ne sta nascosto presso di noi». 

3 Dio, per il tuo nome salvami, per la tua potenza rendimi giustizia. 4 Dio, ascolta la mia preghiera, porgi l’orecchio alle parole della mia bocca, 5 poiché stranieri contro di me sono insorti e prepotenti insidiano la mia vita; non pongono Dio davanti ai loro occhi. 6 Ecco, Dio è il mio aiuto, il Signore sostiene la mia vita. 7 Ricada il male sui miei nemici, nella tua fedeltà annientali. 8 Ti offrirò un sacrificio spontaneo, loderò il tuo nome, Signore, perché è buono; 9 da ogni angoscia egli mi ha liberato e il mio occhio ha guardato dall’alto i miei nemici.

 

 

 

Canto
Sorelle Clarisse del Monastero Natività di Maria, Rimini

Musica di sottofondo al commento
Libreria suoni di Garage Band

Meditazione
Andrea Coralli e Monica Ciamei
Recita Andrea Coralli

Meditazione
Questo salmo è stato considerato dagli esegeti il modello della preghiera di supplica. Il contesto storico nel quale Davide innalza a Dio questa preghiera è un momento di forte pericolo, in cui teme di cadere nelle mani del Re Saul, colui che era diventato suo persecutore per l’invidia che nutriva a motivo dei suoi successi nelle imprese. In questa preghiera è possibile notare come Davide parli a Dio con familiarità raccontandogli di sé stesso, e gli affidi le situazioni della sua vita con la certezza di essere ascoltato, perché Dio non è un estraneo, ma una presenza viva nella storia; ed è così sicuro di essere esaudito, che al termine della supplica già lo ringrazia per ciò che farà. E il Signore, che è fedele, lo esaudirà, non solo liberandolo dall’angoscia e dal pericolo, ma dandogli poi anche una prospettiva diversa sul nemico, come riportato nell’ultimo versetto: «da ogni angoscia egli mi ha liberato e il mio occhio ha guardato dall’alto i miei nemici». Nel primo libro di Samuele, infatti, si racconta che Davide, pur trovandosi provvidenzialmente in una posizione strategica e nella possibilità di uccidere Saul mentre dormiva, decide di risparmiarlo limitandosi a tagliare un lembo del suo mantello, che gli servirà, poi, per dimostrare a Saul stesso le proprie buone intenzioni e per avviare un dialogo nuovo, basato sulla verità e capace sciogliere il cuore del suo nemico. Sull’esempio di Davide anche noi possiamo innalzare la nostra supplica a Dio sempre, in ogni circostanza, soprattutto quando le preoccupazioni e i dubbi avvolgono la nostra vita e l’angoscia paralizza l’anima. Possiamo sempre confidare in questa presenza costante, che non solo ascolta il nostro grido, ma ci dona anche una prospettiva diversa su ciò che ci accade, e ci rende capaci di superare l’angoscia di chi è sopraffatto dagli eventi e dalle persone, e di essere protagonisti della storia. Quanto più permettiamo a Dio di entrare nella nostra vita, tanto più questa visione “dall’alto” ci educherà a non uccidere i nostri Saul, coloro da cui ci sentiamo perseguitati, ma a dare loro la possibilità di generare una storia nuova in cui ognuno comprende il cuore dell’altro con la misura di Dio.

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