
Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Matteo 13, 47-53
Testo del Vangelo
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Terminate queste parabole, Gesù partì di là.
Recita
Simona Mulazzani
Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale con chitarra di Gabriele Fabbri
Meditazione
Don Franco Mastrolonardo
Meditazione
Mi trovo in questo momento alla GMG di Cracovia. Provo, tra un momento e l'altro, a pensare e riflettere sul Vangelo del giorno. Non è facile. Pur allontanandomi, mi ritrovo spesso sotto i riflettori della musica e del baccano generale. Mi fermo sulla frase: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Alla GMG certamente possiamo raccogliere le cose nuove. Il bello della GMG, diciamocelo, non sono tanto le catechesi e le liturgie, che pur ben fatte non incidono più di tanto. Invece ciò che incide è il clima di festa, i volti dei giovani, il loro gridare per strada gli inni, gli slogan delle loro terre, lo sventolare le bandiere, l'abbracciarsi, stringere mani su mani, è la gioia. E' il sentirsi facenti parte di una Chiesa più grande della loro parrocchia e della loro diocesi, è il sapere che un africano o un sudamericano, al di là del mondo, sono stati incontrati da Gesù proprio come è successo a te. E' sentirsi dentro una storia più grande, più immensa di quella che immaginavi. E i ragazzi qui rispondono con il loro entusiasmo. Questo è il nuovo che il saggio scriba deve necessariamente tirare fuori dalla Chiesa del secondo millennio: la festa, la gioia, il rendere protagonisti i giovani. E mentre loro cantano e ballano, continuare a dargli il senso del loro vivere, continuare a dirgli che non sono soli e che esiste una speranza fondata, che non ci abbandonerà mai: Gesù! E' arrivato Papa Francesco all'aeroporto e già è salita la febbre dell'attesa. Domani saremo ad Auschwitz, sarà un incontro duro con il nostro recente passato, ma dobbiamo conoscere e far conoscere anche la follia dell'uomo, per imparare a rinascere tutti insieme, dall’alto.