Salmo 40(39) con il commento di Massimo Barnabé e Monia Bucci



Dal libro dei Salmi
Salmo 40 (39) – Esultanza per la salvezza e invocazione nella prova
(Canto di ringraziamento individuale [1-11]. Lamentazione individuale, con formule imprecatorie [12-18]. Messianico)

Testo del Salmo
1 Al maestro del coro. Di Davide. Salmo. 

2 Ho sperato, ho sperato nel Signore, ed egli su di me si è chinato, ha dato ascolto al mio grido. 3 Mi ha tratto da un pozzo di acque tumultuose, dal fango della palude; ha stabilito i miei piedi sulla roccia, ha reso sicuri i miei passi. 4 Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo, una lode al nostro Dio. Molti vedranno e avranno timore e confideranno nel Signore. 5 Beato l’uomo che ha posto la sua fiducia nel Signore e non si volge verso chi segue gli idoli né verso chi segue la menzogna. 6 Quante meraviglie hai fatto, tu, Signore, mio Dio, quanti progetti in nostro favore: nessuno a te si può paragonare! Se li voglio annunciare e proclamare, sono troppi per essere contati. 7 Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto, non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato. 8 Allora ho detto: «Ecco, io vengo. Nel rotolo del libro su di me è scritto 9 di fare la tua volontà: mio Dio, questo io desidero; la tua legge è nel mio intimo». 10 Ho annunciato la tua giustizia nella grande assemblea; vedi: non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai. 11 Non ho nascosto la tua giustizia dentro il mio cuore, la tua verità e la tua salvezza ho proclamato. Non ho celato il tuo amore e la tua fedeltà alla grande assemblea. 12 Non rifiutarmi, Signore, la tua misericordia; il tuo amore e la tua fedeltà mi proteggano sempre, 13 perché mi circondano mali senza numero, le mie colpe mi opprimono e non riesco più a vedere: sono più dei capelli del mio capo, il mio cuore viene meno. 14 Dégnati, Signore, di liberarmi; Signore, vieni presto in mio aiuto. 15 Siano svergognati e confusi quanti cercano di togliermi la vita. Retrocedano, coperti d’infamia, quanti godono della mia rovina. 16 Se ne tornino indietro pieni di vergogna quelli che mi dicono: «Ti sta bene!». 17 Esultino e gioiscano in te quelli che ti cercano; dicano sempre: «Il Signore è grande!» quelli che amano la tua salvezza. 18 Ma io sono povero e bisognoso: di me ha cura il Signore. Tu sei mio aiuto e mio liberatore: mio Dio, non tardare.

 

 

 

Canto
Sorelle Clarisse del Monastero Natività di Maria, Rimini

Musica di sottofondo al commento
Libreria suoni di Garage Band

Meditazione
Massimo Barnabé e Monia Bucci
Recita Monia Bucci

 

Meditazione
Noi fermi nella speranza, fermi nell’attesa fiduciosa. Lui, il Signore, che si muove e si fa vicino: è Lui che si china su di noi come Medico sapiente, come Colui che guarisce; è Lui che ascolta il nostro grido come Padre attento e amoroso ed è sempre Lui che ci trae in salvo dalle «acque tumultuose» della vita ponendoci al sicuro, come Pastore buono, sulla roccia in Cristo Gesù. È del Signore “l’azione”, sua “l’iniziativa”, è Lui che ha questo trasporto di Amore nei confronti dell’umanità tutta e verso ciascuno in particolare, a noi è semplicemente chiesto di affidarci, di attenderlo perché di certo non tarderà «il Custode di Israele», «il Signore ti custodirà quando esci e quando entri, da ora e per sempre». Ancora Lui, Colui che trasforma la nostra vita: che pone sulle nostre labbra la “buona novella”, il “canto nuovo”, canto di benedizione e salvezza, canto di misericordia e verità, canto di giustizia e pace, e questa trasformazione è a testimonianza per molti affinché tutti imparino a confidare in Lui e gli restino fedeli come Lui è fedele, Lui che «mantiene la sua alleanza e benevolenza per mille generazioni». In questa fedeltà tutti potranno riconoscersi “beati”, tutti in Lui impareranno a scorgere le meraviglie e i prodigi che il nostro Dio ha preparato e operato in ognuna delle sue creature. Sei sempre Tu, Signore, che ci “apri gli orecchi” e ci fai comprendere che non sono i sacrifici a sanare i nostri peccati, ma che è nell’adesione piena alla tua volontà, alla Legge che hai posto nel nostro cuore e scritto nella carne, che si trova la libertà da essi; amando Te, Signore, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze possiamo “sollevare il volto dalla polvere” e dirti il nostro «Ecco, io vengo». L’unico sacrificio a Te gradito è la docilità vissuta: “l’offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre”, la sola offerta che ci santifica e ci rapisce portandoci al centro dell’amore trinitario. La testimonianza che ti offriamo, sia essa stessa misericordia riversata nelle nostre umili vite, sia essa stessa il balsamo che cura i mali che ci circondano e che ci opprimono, sia lo stesso annuncio di Te a ridonarci la vista perché solo «alla Tua luce vediamo la luce», è solo affidando la nostra fragile vita, le nostre povertà e piccolezze, alle tue mani che possiamo diventare forti perché «mia forza e mio scudo» è il Signore. Afferriamo allora con tutte le nostre forze la certezza che non ci abbandonerai perché «di noi ha cura il Signore. Tu sei nostro aiuto e nostro liberatore», esultiamo e gioiamo in Te perché «Tu solo sei grande», Tu solo sei Dio.

Scarica la nostra App su