Salmo 30(29) con il commento di Marina Rosnati



Dal libro dei Salmi
Salmo 30 (29) – Dio tramuta il lamento in danza
(Canto di ringraziamento per la liberazione da una prova mortale. Messianico)

Testo del Salmo
1 Salmo. Canto per la dedicazione del tempio. Di Davide. 

2 Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato, non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me. 3 Signore, mio Dio, a te ho gridato e mi hai guarito. 4 Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi, mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa. 5 Cantate inni al Signore, o suoi fedeli, della sua santità celebrate il ricordo, 6 perché la sua collera dura un istante, la sua bontà per tutta la vita. Alla sera ospite è il pianto e al mattino la gioia. 7 Ho detto, nella mia sicurezza: «Mai potrò vacillare!». 8 Nella tua bontà, o Signore, mi avevi posto sul mio monte sicuro; il tuo volto hai nascosto e lo spavento mi ha preso. 9 A te grido, Signore, al Signore chiedo pietà: 10 «Quale guadagno dalla mia morte, dalla mia discesa nella fossa? Potrà ringraziarti la polvere e proclamare la tua fedeltà? 11 Ascolta, Signore, abbi pietà di me, Signore, vieni in mio aiuto!». 12 Hai mutato il mio lamento in danza, mi hai tolto l’abito di sacco, mi hai rivestito di gioia, 13 perché ti canti il mio cuore, senza tacere; Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.

 

 

Canto
Sorelle Clarisse del Monastero Natività di Maria, Rimini

Musica di sottofondo al commento
Libreria suoni di Garage Band

Meditazione
Marina Rosnati

Meditazione
Il Salmo 30 si apre con un canto di gioia perché il Signore ha risollevato, guarito, protetto dai nemici. Subito la dimensione intima e individuale (Io) si allarga a quella comunitaria (Voi). Il Signore si è chinato al grido della sua creatura e l’ha salvata dalla morte. Quando è calata la sera il volto di Dio si è nascosto: è il momento della solitudine e del pianto. Ma poi il Signore, mosso dalla misericordia, di nuovo si è mostrato come un raggio di sole nella tempesta. Con l’alba è tornata la gioia, perché il suo amore è fedele per sempre, più forte della paura e della morte. Mi piace la vastità di questo Salmo in cui possiamo riconoscerci tutti. Nel turbamento possiamo vedere riflesse storie personali, fallimenti, momenti di orgoglio in cui ci siamo sentiti capaci di camminare da soli, abbagliati dai nostri idoli. Allora ci siamo allontanati e il Signore si è sottratto al nostro sguardo. Ha atteso ma non ha tardato. Ha permesso l’esperienza della sua lontananza come morte, ma è sceso nell’abisso e ci ha afferrato.. ecco di nuovo la luce del suo volto e la sua Misericordia per sempre! Così il pianto si è fatto esultanza e la vita si è trasfigurata. Tale è anche il passaggio attraverso la morte delle persone amate, quando il cielo pare oscurarsi completamente. Il grido di dolore raggiunge Dio che si lascia commuovere e toccare.. Egli non tarda: accompagna, consola, svela l’eternità dell’amore. Il suo incontro trasfigura la separazione aprendo all’abbraccio e alla speranza. Così anche le ferite della storia di ognuno possono diventare feritoie attraverso cui passa la grazia, l’amore del Signore. Allora potremo cantare. «Tu hai cambiato il mio pianto in danza.. senza mai tacere ti loderò per sempre..». 

 

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