Salmo 25(24) con il commento di Stefano Severi



Dal libro dei Salmi
Salmo 25 (24) – Chi spera in Dio non resta deluso
(Salmo didattico alfabetico di confessione. Supplica individuale con attestazione di fiducia. Celebrazione dell’Alleanza)

Testo del Salmo 
1 Di Davide. 

Alef - A te, Signore, innalzo l’anima mia, 

Bet - 2 mio Dio, in te confido: che io non resti deluso! Non trionfino su di me i miei nemici! 

Ghimel - 3 Chiunque in te spera non resti deluso; sia deluso chi tradisce senza motivo. 

Dalet - 4 Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. 

He - 5 Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza; 

Vau - io spero in te tutto il giorno. 

Zain - 6 Ricòrdati, Signore, della tua misericordia e del tuo amore, che è da sempre. 

Het - 7 I peccati della mia giovinezza e le mie ribellioni, non li ricordare: ricòrdati di me nella tua misericordia, per la tua bontà, Signore. 

Tet - 8 Buono e retto è il Signore, indica ai peccatori la via giusta; 

Iod - 9 guida i poveri secondo giustizia, insegna ai poveri la sua via. 

Caf - 10 Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti. 

Lamed - 11 Per il tuo nome, Signore, perdona la mia colpa, anche se è grande. 

Mem - 12 C’è un uomo che teme il Signore? Gli indicherà la via da scegliere. 

Nun - 13 Egli riposerà nel benessere, la sua discendenza possederà la terra. 

Samec - 14 Il Signore si confida con chi lo teme: gli fa conoscere la sua alleanza. 

Ain - 15 I miei occhi sono sempre rivolti al Signore, è lui che fa uscire dalla rete il mio piede. 

Pe - 16 Volgiti a me e abbi pietà, perché sono povero e solo. 

Sade - 17 Allarga il mio cuore angosciato, liberami dagli affanni. 18 Vedi la mia povertà e la mia fatica e perdona tutti i miei peccati. 

Res - 19 Guarda i miei nemici: sono molti, e mi detestano con odio violento. 

Sin - 20 Proteggimi, portami in salvo; che io non resti deluso, perché in te mi sono rifugiato. 

Tau - 21 Mi proteggano integrità e rettitudine, perché in te ho sperato. 22 O Dio, libera Israele da tutte le sue angosce. 

 

 

Canto
Sorelle Clarisse del Monastero Natività di Maria, Rimini

Musica di sottofondo al commento
Libreria suoni di Garage Band

Meditazione
Stefano Severi

Meditazione
Colpisce, in un’epoca in cui Dio è percepito dalla maggioranza delle persone come una entità vaga e un po’ indistinta, come i salmi siano un dialogo molto concreto con una persona. Con un Dio che è Mistero, certamente, ma che allo stesso tempo è un interlocutore concreto, Qualcuno che sembra anche essere conosciuto molto bene. E che quindi viene descritto nelle sue caratteristiche: «misericordia», «amore», «buono e retto», «amore e fedeltà». La descrizione che ne viene fuori è quella di un Dio che è essenzialmente bontà, amore verso di noi. Emerge inoltre in modo evidente l’atteggiamento che deve avere chi vuole pregare questo salmo: quello del povero, la parola (o il concetto) è ripetuta più volte. E questo colpisce, appare molto “fuori moda’” oggi la povertà. La povertà è in fondo una delle nostre più grandi paure. Basti pensare alle “guerre fra poveri” che si scatenano non appena sentiamo minacciato “il nostro stile di vita”. Ma cosa significa avere quell’“atteggiamento spirituale da poveri”, che il testo presuppone? È stato detto che il cammino cristiano, che fonda le sue radici nel “Vecchio” Testamento ed è prefigurato nelle preghiere dei salmi, non è una ascesa verso Dio, come troppe volte si pensa, quanto piuttosto una discesa. Una discesa, sotto diversi punti di vista. A partire dal riconoscersi poveri, limitati, e quindi peccatori anche. E questa discesa, che ci porta a scendere dal piedistallo, a guardare in faccia i nostri limiti e le nostre miserie, non ha in sé lo scopo del potersi migliorare, e quindi.. risalire. Lo scopo è piuttosto quello di renderci capaci di preghiere come questa, in cui ci sentiamo davvero poveri. Quanto questo ha a che fare con la povertà materiale? Non so, sarebbe probabilmente una riflessione troppo lunga. Ma è una domanda che merita di essere posta. Da questa condizione di povertà nasce un grande messaggio di speranza. La lettura più superficiale potrebbe associare la speranza ad una promessa di ricchezza: «benessere.. possederà la terra». Per tanto tempo, infatti anche nella visione cristiana, la ricchezza è stata vista come una benedizione di Dio, quasi un riconoscimento pubblico, da parte sua, dei “meriti” acquisiti da una persona. In realtà Gesù ha fatto chiarezza su questo: il ben-essere che ci promette non ha nulla a che vedere con il ben-avere, ed il possedere la terra non ha nulla a che vedere con il possesso e con il dominio. Il vero grande messaggio di speranza, che si rinnova nel periodo pasquale è che sì, siamo poveri e peccatori.. ma questo non è un problema! È Lui che risolve, è Lui che mette una pezza alle nostre continue imperfezioni, ai nostri strappi. E allora possiamo aprire a Lui il nostro cuore, parlarGli senza remore, quasi senza pudore, direi, di tutte le angosce che lo attanagliano, questo nostro povero cuore. Quante volte invece cerchiamo di nascondere, se non a noi stessi di certo agli altri, le nostre paure. Quanti sforzi per apparire forti.. Questo salmo ci invita a togliere le maschere, ad abbassare la guardia, a dare un nome alle nostre paure, e a riporre la nostra speranza, con fiducia, in Dio. Oh Dio, libera il tuo popolo, e ciascuno di noi, da tutte le sue angosce.

 

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