Salmo 24(23) con il commento di Patrizia Sensoli



Dal libro dei Salmi
Salmo 24 (23) – Processione d’ingresso nel tempio
(Cantico di Sion. Didattico morale. Salmo del regno; messianico. Salmo di pellegrinaggio: alle porte del Tempio)

Testo del salmo
1 Di Davide. Salmo. 

Del Signore è la terra e quanto contiene: il mondo, con i suoi abitanti. 2 È lui che l’ha fondato sui mari e sui fiumi l’ha stabilito. 3 Chi potrà salire il monte del Signore? Chi potrà stare nel suo luogo santo? 4 Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non si rivolge agli idoli, chi non giura con inganno. 5 Egli otterrà benedizione dal Signore, giustizia da Dio sua salvezza. 6 Ecco la generazione che lo cerca, che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe. 7 Alzate, o porte, la vostra fronte, alzatevi, soglie antiche, ed entri il re della gloria. 8 Chi è questo re della gloria? Il Signore forte e valoroso, il Signore valoroso in battaglia. 9 Alzate, o porte, la vostra fronte, alzatevi, soglie antiche, ed entri il re della gloria. 10 Chi è mai questo re della gloria? Il Signore degli eserciti è il re della gloria.

 

 

Canto
Sorelle Clarisse del Monastero Natività di Maria, Rimini

Musica di sottofondo al commento
Libreria suoni di Garage Band

Meditazione
Patrizia Sensoli

Meditazione
La didascalia che accompagna questo Salmo 24 è “Processione d’ingresso nel tempio”. Faceva parte della liturgia d’ingresso al Tempio.. mi immagino che venisse cantato in processione, ad accompagnare il cammino con il suo cadenzare ritmato fino alle porte del luogo sacro. Proviamo allora anche noi ad entrare in questa processione, dove ogni versetto vuole preparare il cuore all’incontro con Dio. E qual’e la prima condizione per mettersi in cammino se non riconoscere la grandezza di Dio? Il salmo si apre infatti con un inno al Creatore, vuole celebrare Dio nella sua grandezza, riconoscendolo Signore della terra e del cielo. La stabilità della terra dipende solo da Dio, è frutto della sua opera creatrice di cui anche gli uomini, “abitanti del mondo” fanno parte. Riconoscere la grandezza di Dio ci porta di conseguenza a riconoscere la nostra natura di creature di fronte a Lui. Nel dialogo che si sviluppa nella seconda strofa leggiamo in controluce una sorta di atto penitenziale, in cui vengono coinvolti l’azione dell’uomo (le mani), il pensiero (il cuore, laddove per l’ebreo esso non è solo semplicemente sede dei sentimenti, ma in un senso più alto luogo in cui l’essere umano matura idee, progetti, decisioni) e le parole («chi non giura con inganno»), insomma l’uomo nella sua integrità di relazione con Dio e con i fratelli. Il Salmista ci dice così che possiamo ricevere la benedizione di Dio solo se siamo orientati con tutto il nostro essere verso di lui, se facciamo della nostra appartenenza a Dio il nostro stile di vita e se quindi non ci “rivolgiamo agli idoli”, cioè non poniamo noi stessi al centro della nostra vita, perché in fondo qual’e l’idolo più pericoloso se non il proprio io? La grande tentazione dell’uomo da Adamo fino ad oggi.. Questi sono i passi che preparano il cuore ad accogliere la benedizione di Dio, ad entrare con umiltà nel suo mistero di amore e di misericordia. Tappe di un cammino che riportano all’origine, a quella nostalgia di Dio, da cui scaturisce, come da una sorgente, il desiderio profondo di vederne il volto. Una comunità che celebra, sembra dirci il Salmista, è una comunità di uomini e donne che fanno memoria della propria condizione di creature e si pongono in ricerca di Dio, che si lasciano condurre dal desiderio di Lui.. Per il Salmista ebreo “cercare il volto di Dio” significava inchinarsi davanti all’Arca dell’Alleanza, sede della sua gloria; è un Dio glorioso e potente quello che ricerca il Salmista, è il Dio creatore, il «Signore degli eserciti», il «re della gloria». Per noi il suo volto è quello di un Padre che si è reso visibile nel volto di Gesù, e si rende visibile in quello di ogni uomo. È lì, nel volto del fratello che ora possiamo incontrare il volto di Dio..

 

Scarica la nostra App su