Atti degli Apostoli 14,5-18 con il commento di Paola Magnani



Dagli Atti degli Apostoli
At 14,5-18 

Testo del brano
In quei giorni, a Icònio ci fu un tentativo dei pagani e dei Giudei con i loro capi di aggredire e lapidare Paolo e Bàrnaba; essi lo vennero a sapere e fuggirono nelle città della Licaònia, Listra e Derbe, e nei dintorni, e là andavano evangelizzando. C’era a Listra un uomo paralizzato alle gambe, storpio sin dalla nascita, che non aveva mai camminato. Egli ascoltava Paolo mentre parlava e questi, fissandolo con lo sguardo e vedendo che aveva fede di essere salvato, disse a gran voce: «Àlzati, ritto in piedi!». Egli balzò in piedi e si mise a camminare. La gente allora, al vedere ciò che Paolo aveva fatto, si mise a gridare, dicendo, in dialetto licaònio: «Gli dèi sono scesi tra noi in figura umana!». E chiamavano Bàrnaba «Zeus» e Paolo «Hermes», perché era lui a parlare. Intanto il sacerdote di Zeus, il cui tempio era all’ingresso della città, recando alle porte tori e corone, voleva offrire un sacrificio insieme alla folla. Sentendo ciò, gli apostoli Bàrnaba e Paolo si strapparono le vesti e si precipitarono tra la folla, gridando: «Uomini, perché fate questo? Anche noi siamo esseri umani, mortali come voi, e vi annunciamo che dovete convertirvi da queste vanità al Dio vivente, che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che in essi si trovano. Egli, nelle generazioni passate, ha lasciato che tutte le genti seguissero la loro strada; ma non ha cessato di dar prova di sé beneficando, concedendovi dal cielo piogge per stagioni ricche di frutti e dandovi cibo in abbondanza per la letizia dei vostri cuori». E così dicendo, riuscirono a fatica a far desistere la folla dall’offrire loro un sacrificio.

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
J.S.Bach. Orchestral Suite No.3 in D Major BWV 1068. Air on the third String. Diritti Creative Commons. Musopen.org

Meditazione 
Paola Magnani

Meditazione
Paolo e Bàrnaba, nel loro viaggio missionario che abbiamo iniziato a seguire, continuano a vivere le esperienze più opposte: devono scampare prima alla lapidazione, poi all’incoronazione a dèi! Essere scambiati per Zeus e Hermes (Giove e Mercurio) poteva essere l’inizio di una vita di agi e onori, una svolta da sfruttare per ottenere potere e ricchezza: chi rifiuterebbe onori e ricchezze? Quanti personaggi pubblici vengono oggi osannati e adorati – da uomini e donne in carne e ossa o da milioni di followers virtuali? Personaggi che adorano sentirsi in grado di suscitare entusiasmi incontenibili o di ispirare i comportamenti più vari e spesso assurdi: è una lusinga estrema il sentirsi così potenti da saper trascinare gli altri dove si vuole, il sentirsi al centro dell’universo. Paolo e Bàrnaba rifiutano all’origine questa lusinga e stornano lo sguardo adorante degli abitanti di Listra da sé stessi, per indirizzarlo a Colui che veramente è il solo Potente, dicendo: «Uomini, perché fate questo? Anche noi siamo esseri umani, mortali come voi, e vi annunciamo che dovete convertirvi da queste vanità al Dio vivente». Invitano alla conversione degli occhi e del cuore, perché si concentrino là dove possono trovare la vera Vita, quella che non finisce, che non è effimera come il successo dovuto alla menzogna di chi si spaccia per il salvatore che non può essere.. Invitano a cercare il vero autore di quel miracolo che ha riempito di ammirazione il popolo della città, al vedere un paralitico camminare e saltare: l’unico vero Salvatore, Gesù, colui che non cessa «di dar prova di sé beneficando». Impariamo a riconoscere sempre i suoi benefici, per non rischiare di cercare invano, altrove, falsi benefattori o impossibili salvatori, e per ricevere solo da Lui «la letizia dei nostri cuori»: scopriremo l’esperienza reale di una gioia piena, capace di riempirci la vita.

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