Giovanni 15,9-17: "La civiltà dell'Amore". (Commento di don Davide Arcangeli)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Giovanni 15,9-17

Testo del Vangelo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

Recita
Massimo Alberici

Musica di sottofondo
P.H.Erlebach. Halleluja. Performer Michel Rondeau. Diritti Creative Commons. musopen.org

Meditazione
Don Davide Arcangeli

Meditazione
L'amicizia è al cuore di ogni vera relazione. Il banco di prova dell'amicizia è la disonibilità a perdere qualcosa, a dare senza contraccambio, semplicemente perché si è conosciuto e stimato il valore della persona di cui si è amici. Si tratta di un abbassarsi per innalzare l'altro. Inoltre la vera amicizia è inclusiva e non teme di condividere il tesoro della relazione e dell'amore. Gesù mostra il suo amore per noi nella forma dell’amicizia perché dà la propria vita per noi. Egli in tal modo si è abbassato fino a noi, perché noi possiamo essere innalzati fino a lui.
Se questo è vero, allora Gesù non è stato affatto geloso del tesoro di amore, conoscenza e bellezza che egli condivide con il Padre suo. Non vi è infatti nulla di ciò che il Figlio ha udito dal Padre, che egli non abbia fatto conoscere a noi suoi amici. In questo senso la sua amicizia è vera e totalmente inclusiva, perché mira a inserire gli amici nel circuito d’amore del Padre e del Figlio e a generare in loro la potenza trasformante dell’amore che dà la vita. Il discepolo di Gesù non dovrebbe avere nemici, perché ogni nemico può essere trasformato in amico dall’offerta d’amore che procede dal Padre e dal Figlio.
Quanto siamo distanti da questo comando di Gesù: quante divisioni tra noi, anche dentro la comunità cristiana, causano crepe a volte difficili da colmare! Quanti volte la comunità cristiana ha considerato e trattato da nemici, coloro che l’hanno fatto soffrire o hanno manifestato opinioni contrarie al suo pensiero! Non si doveva forse condannare il peccato e salvare il peccatore, mostrandogli l’amicizia di Gesù?
Infine pensiamo anche a quanto la logica del nemico penetra dentro al cuore degli uomini, a danno delle istituzioni che rappresentano il bene di tutti e di ciascuno.
L’amicizia, così come Gesù la rivela, può essere il fondamento di una nuova civiltà.

 

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