Atti degli Apostoli 8,26-40 con il commento di Giacomo Bedetti



Atti degli Apostoli
At 8,26-40

Testo del brano
In quei giorni, un angelo del Signore parlò a Filippo e disse: «Àlzati e va’ verso il mezzogiorno, sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta». Egli si alzò e si mise in cammino, quand’ecco un Etíope, eunùco, funzionario di Candàce, regina di Etiòpia, amministratore di tutti i suoi tesori, che era venuto per il culto a Gerusalemme, stava ritornando, seduto sul suo carro, e leggeva il profeta Isaìa. Disse allora lo Spirito a Filippo: «Va’ avanti e accòstati a quel carro». Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaìa, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Egli rispose: «E come potrei capire, se nessuno mi guida?». E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui. Il passo della Scrittura che stava leggendo era questo:“Come una pecora egli fu condotto al macello e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa, così egli non apre la sua bocca. Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato negato, la sua discendenza chi potrà descriverla? Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita”. Rivolgendosi a Filippo, l’eunùco disse: «Ti prego, di quale persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?». Filippo, prendendo la parola e partendo da quel passo della Scrittura, annunciò a lui Gesù. Proseguendo lungo la strada, giunsero dove c’era dell’acqua e l’eunùco disse: «Ecco, qui c’è dell’acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?». Fece fermare il carro e scesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunùco, ed egli lo battezzò. Quando risalirono dall’acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo e l’eunùco non lo vide più; e, pieno di gioia, proseguiva la sua strada. Filippo invece si trovò ad Azoto ed evangelizzava tutte le città che attraversava, finché giunse a Cesarèa.

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
J.S.Bach. Orchestral Suite No.3 in D Major BWV 1068. Air on the third String. Diritti Creative Commons. Musopen.org

Meditazione 
Giacomo Bedetti

Meditazione
Il rispetto della vita. In questo atto non ci sono commenti di Filippo alla domanda posta dal funzionario di Candàce. L’eunuco: quell’uomo privato, da altri uomini, della possibilità di ricrearsi, di essere debole o forte in funzione delle proprie emozioni; mutilato per un appagamento o calcolo di altri simili nel realizzare un progetto terreno come guidare eserciti, soffocare i bassi della propria voce.  Come può trovare risposta alla domanda contenuta nel passo del profeta Isaia, un uomo a cui è stato “negato il giudizio”? Non ci sono parole, c’è solo il perdono, l’acqua che rigenera le ferite che spesso noi uomini creiamo e la potenza di un abbraccio! Quell’abbraccio contenuto nell’ascolto, nell’attenzione alle domande, nel non rispondere ma fare. Chiudere gli occhi, pregare per quella persona, farlo sentire importante, cellula sana per rigenerare le ferite che noi uomini disorientati qualche volte generiamo. Filippo non si ferma, i suoi miracoli, la sua concretezza avanza. E con lui la parola di Dio.

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