Atti degli Apostoli 6,8-15 con il commento di Giacomo Bedetti



Dagli Atti degli Apostoli
At 6,8-15

Testo del brano
In quei giorni, Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo. Allora alcuni della sinagoga detta dei Liberti, dei Cirenèi, degli Alessandrini e di quelli della Cilìcia e dell’Asia, si alzarono a discutere con Stefano, ma non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava. Allora istigarono alcuni perché dicessero: «Lo abbiamo udito pronunciare parole blasfeme contro Mosè e contro Dio». E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo condussero davanti al sinedrio. Presentarono quindi falsi testimoni, che dissero: «Costui non fa che parlare contro questo luogo santo e contro la Legge. Lo abbiamo infatti udito dichiarare che Gesù, questo Nazareno, distruggerà questo luogo e sovvertirà le usanze che Mosè ci ha tramandato». E tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissando gli occhi su di lui, videro il suo volto come quello di un angelo. 

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
J.S.Bach. Orchestral Suite No.3 in D Major BWV 1068. Air on the third String. Diritti Creative Commons. Musopen.org

Meditazione 
Giacomo Bedetti

Meditazione
Chi siamo veramente? Quello che comunichiamo o il sangue che abbiamo dentro? Stefano ci insegna che ci sarà sempre un conflitto alla base di un cambiamento. Non esiste discontinuità che non passi da una turbolenza, da un conflitto fatto di parole, fisicità, punti di vista da affrontare. Ma come nelle figure gestaltiche, ci sono due immagini nascoste a seconde delle prospettive: e se tra Stefano e il popolo di Israele c’era un’incomprensione pronta a diventare miccia per un esplosione, c’era anche la sua immagine di angelo – segno divino inequivocabile testimonianza della presenza di Dio. Proprio davanti ai loro occhi, il popolo di Israele vede Stefano con il volto di un angelo. Un angelo non al suo fianco, ma nei suoi occhi.. l’orizzonte di quel predicatore era Dio. Superlativo. Se la nostra vita fosse la sveglia delle sette di mattina ed il ristoro delle ventitré non avremmo un futuro. Invece Dio ci ha dato una missione, un cammino proiettato nella nostra visione di futuro di “destino”. La fede ci porta ad essere diversi, a vincere l’argomentazione di una comunicazione che viene interpretata – capita o discussa. L’angelo che abbiamo negli occhi è la nostra stella polare, il segnale tangibile della nostra meta.

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