Atti degli Apostoli 5,17-26 con il commento di Giacomo Bedetti



Dagli Atti degli Apostoli
At 5,17-26

Testo del brano
In quei giorni, si levò il sommo sacerdote con tutti quelli della sua parte, cioè la setta dei sadducèi, pieni di gelosia, e, presi gli apostoli, li gettarono nella prigione pubblica. Ma, durante la notte, un angelo del Signore aprì le porte del carcere, li condusse fuori e disse: «Andate e proclamate al popolo, nel tempio, tutte queste parole di vita». Udito questo, entrarono nel tempio sul far del giorno e si misero a insegnare. Quando arrivò il sommo sacerdote con quelli della sua parte, convocarono il sinedrio, cioè tutto il senato dei figli d’Israele; mandarono quindi a prelevare gli apostoli nella prigione. Ma gli inservienti, giunti sul posto, non li trovarono nel carcere e tornarono a riferire: «Abbiamo trovato la prigione scrupolosamente sbarrata e le guardie che stavano davanti alle porte, ma, quando abbiamo aperto, non vi abbiamo trovato nessuno». Udite queste parole, il comandante delle guardie del tempio e i capi dei sacerdoti si domandavano perplessi a loro riguardo che cosa fosse successo. In quel momento arrivò un tale a riferire loro: «Ecco, gli uomini che avete messo in carcere si trovano nel tempio a insegnare al popolo». Allora il comandante uscì con gli inservienti e li condusse via, ma senza violenza, per timore di essere lapidati dal popolo.

 

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
J.S.Bach. Orchestral Suite No.3 in D Major BWV 1068. Air on the third String. Diritti Creative Commons. Musopen.org

Meditazione 
Giacomo Bedetti

Meditazione
“Parole di Vita”. Fantastico. Un uomo di Israele, più affascinato che stupito, fotografa che gli apostoli stanno insegnando al popolo: No, non stanno scappando, non hanno paura, stanno continuando a seminare verbo, azione, vocazione! Gli apostoli  usciti di galera non stanno facendo un esercizio di trasferimento di conoscenza, stanno continuando la loro missione, il loro cammino di fede, di amore verso Gesù, verso Dio. Non mi immagino l’angelo del Signore che riporta la luce sugli apostoli con aureole e ali, ma un uomo mandato da Dio per dare slancio al loro percorso. Un uomo che non libera dei prigionieri chiave per la trasformazione, ma ricorda loro che appena usciti dovranno continuare a diffondere “parole di vita”. Non solo, ma la magia, la grandezza, la potenza del messaggio per i sadducèi è più forte: ma come hanno fatto ad uscire dalla prigione? Come le grandi passioni, la fede stravolge.. una vita normale non spiega la potenza di un “Dio c’è prima di me”, di un destino scritto da Lui per gli uomini. E proprio quando la razionalità “imbriglia” il sentiero della vita, Dio ci riporta la magia del cambiamento, ci insegna a fare i conti con le novità. Lo stupore dei gendarmi ed inservienti di Israele è la sensazione che ci riporta al nostro percorso di avvicinamento a Dio. Quando il coraggio di un amore divino è così concreto e così umano, non si può combattere! Gli apostoli hanno già vinto, ed i gendarmi hanno paura – forse non del popolo – ma di non poter dire liberamente: “siamo con voi”!

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