Atti degli Apostoli 4,23-31 con il commento di Caterina Busca



Dagli Atti degli Apostoli
At 4,23-31 

Testo del brano
In quei giorni, rimessi in libertà, Pietro e Giovanni andarono dai loro fratelli e riferirono quanto avevano detto loro i capi dei sacerdoti e gli anziani. Quando udirono questo, tutti insieme innalzarono la loro voce a Dio dicendo: «Signore, tu che hai creato il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che in essi si trovano, tu che, per mezzo dello Spirito Santo, dicesti per bocca del nostro padre, il tuo servo Davide: “Perché le nazioni si agitarono e i popoli tramarono cose vane? Si sollevarono i re della terra e i prìncipi si allearono insieme contro il Signore e contro il suo Cristo”; davvero in questa città Erode e Ponzio Pilato, con le nazioni e i popoli d’Israele, si sono alleati contro il tuo santo servo Gesù, che tu hai consacrato, per compiere ciò che la tua mano e la tua volontà avevano deciso che avvenisse. E ora, Signore, volgi lo sguardo alle loro minacce e concedi ai tuoi servi di proclamare con tutta franchezza la tua parola, stendendo la tua mano affinché si compiano guarigioni, segni e prodigi nel nome del tuo santo servo Gesù». Quand’ebbero terminato la preghiera, il luogo in cui erano radunati tremò e tutti furono colmati di Spirito Santo e proclamavano la parola di Dio con franchezza.

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
J.S.Bach. Orchestral Suite No.3 in D Major BWV 1068. Air on the third String. Diritti Creative Commons. Musopen.org

Meditazione 
Caterina Busca

Meditazione
Pietro e Giovanni sono esempio di coraggio: a gran voce urlano il loro amore per Gesù, un amore che li rende fieri, forti e valorosi. Un esempio di virtù. Un esempio di verità. Poi ci sono i loro fratelli: Pietro e Giovanni li raggiungono, raccontano le minacce che li hanno tormentati, raccontano come non si siano piegati davanti ai capi dei sacerdoti e agli anziani, ma anzi fortificati. Ed è qui che succede la magia: come per incanto diventano fieri, forti e valorosi anche i loro fratelli. Diventano esempio di verità e amore. Ed è bello perché il coraggio è come uno sbadiglio: si appiccica addosso a tutti quelli che sono lì vicino, come se non ne potessero fare a meno. Io questo passo me lo immagino come una festa: il coraggio li fa ballare, li fa gioire, mi sembra quasi di vederli mentre si abbracciano e ridono. E che rumore fanno le loro risate! Risuonano, il vento le porta lontano. Mi sembra quasi di poterle sentire ancora. E poi pregano insieme, e la preghiera si innalza come una vecchia canzone che tutti conoscono. La cantano, la cantano forte. Fieri, forti e valorosi, mi sembra di essere lì con loro. Io Gesù me lo immagino che sorride guardandoli, come un vecchio papà che ha visto i figli crescere, li guarda orgoglioso perché hanno imparato la lezione più grande: la “franchezza”, la verità, in altre parole il coraggio, ti rende in grado di compiere miracoli. È talmente forte che fa tremare la terra e talmente potente da colmare i cuori. Questa scena me la immagino come una festa bellissima a cui vorrei tanto partecipare, ma mi sembra di avere perso l’invito, è smarrito da qualche parte, non lo trovo più. E allora non mi resta che sperare che qualcuno decida di essere per me esempio di coraggio, perché il coraggio in fondo è come uno sbadiglio, e io spero tanto che mi si appiccichi addosso. O, in alternativa Gesù, mandami un altro invito per la tua festa: stavolta, te lo giuro.. ci vengo.

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