Prima lettera di Giovanni 2,18-21 con il commento di Patrizia Gasponi



Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
1Gv 2,18-21 

Testo del brano
Figlioli, è giunta l’ultima ora. Come avete sentito dire che l’anticristo deve venire, di fatto molti anticristi sono già venuti. Da questo conosciamo che è l’ultima ora. Sono usciti da noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; sono usciti perché fosse manifesto che non tutti sono dei nostri. Ora voi avete ricevuto l’unzione dal Santo, e tutti avete la conoscenza. Non vi ho scritto perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché nessuna menzogna viene dalla verità.

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
F.Chopin. Andantino "Spring" B 117. Aya Higuchi. Creative Commons Attribution 4.0. Musopen.org

Meditazione
Patrizia Gasponi

Meditazione
Quando nel suo Vangelo Giovanni parla dell’ora indica quella nella quale Gesù, attraverso la passione, morte e risurrezione, passa da questo mondo al Padre (Gv 13,1;17,1). Ma a partire dall’alba di Pasqua è scoccata «l’ultima ora» della storia, quella che si estende fino alla parusia, al ritorno di Cristo nella gloria. «L’ultima ora» non è perciò la conclusione della storia, ma il tempo che la prepara. È il tempo dell’attesa di Cristo, tempo decisivo e urgente. È «l’ultima ora» perché è iniziata la tappa finale del disegno di Dio. Non sappiamo se lunga o breve. È tempo di pienezza, ma anche tempo di aspra lotta contro le insidie del maligno. Giovanni attualizza la figura mitica dell’anticristo, la discerne nell’ambito della vita comunitaria, e di conseguenza mette in guardia: «Come avete sentito dire che l’anticristo deve venire, di fatto molti anticristi sono già venuti». Da questo conosciamo che è «l’ultima ora». Chi sono questi anticristi? L’autore allude a quei cristiani che, provenendo dalla stessa comunità, la minacciavano dall’interno e dall’esterno: «Sono usciti da noi, ma non erano dei nostri». Erano dei dissidenti, amavano più le loro idee e i loro progetti che i fratelli e le sorelle con cui vivevano, negavano che Gesù è il Messia, rendevano illusoria e arbitraria la possibilità di conoscere Dio e di entrare in comunione con Lui. «Ora voi avete ricevuto l’unzione dal Santo». Cos’è questa unzione? Per alcuni esegeti è la Parola di Dio, per altri è lo Spirito Santo. Possiamo dire che quest’unzione, che ha il compito di insegnare, è lo Spirito Santo che guida alla verità tutta intera ricordando la parola di Cristo e, nello stesso tempo, è il Vangelo reso vivente nel cuore dei credenti dallo Spirito Santo. Sant’Agostino spiega in modo mirabile il pensiero di Giovanni: «C’è un grande mistero sul quale occorre riflettere, fratelli. Il suono delle nostre parole percuote gli orecchi, ma il vero maestro sta dentro (magister intus est). Non crediate di poter apprendere qualcosa da un uomo: noi possiamo esortare col suono della voce, ma se dentro non v’è chi insegna, inutile diviene il nostro rumoreggiare.. Il maestro che veramente istruisce è dunque quello interiore (interior magister): è Cristo, è la sua ispirazione a istruire. Quando manca la sua ispirazione e la sua unzione, le parole esterne fanno soltanto un inutile rumore».

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