Lettera ai Romani 13,8-10 con il commento di Paolo Antonini



Dalla lettera di San Paolo apostolo ai Romani
Rm 13,8-10 

Testo del brano
Fratelli, non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole; perché chi ama l’altro ha adempiuto la Legge. Infatti: «Non commetterai adulterio, non ucciderai, non ruberai, non desidererai», e qualsiasi altro comandamento, si ricapitola in questa parola: «Amerai il tuo prossimo come te stesso». La carità non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge infatti è la carità.

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
A. Fulero. Final Reckoning. Licenza della raccolta audio di YouTube

Meditazione
Paolo Antonini

 

Meditazione
Paolo elenca qui i precetti della Legge, a partire da quello che li raccoglie tutti: l’amore degli uni per gli altri. Legando questo testo con i primi versetti del capitolo, possiamo affermare che Paolo sta in qualche modo parlando di sociale e politico: l’amore del prossimo diventa la ratio di ogni legge, di ogni autorità, di ogni “servizio” laico e credente, civile e religioso. L’assoluto del comandamento «Amerai il tuo prossimo come te stesso» rende superflui tutti i dettagli di ogni comandamento. Attenzione, non dobbiamo fare distinzioni: il prossimo non è solo “il mio fratello” ma anche “lo straniero”, anzi “tutti i miei fratelli e tutti gli stranieri”. Questa ultima affermazione è molto importante per la nostra vita quotidiana: non possiamo e non dobbiamo fare discriminazioni tra coloro che incontriamo fisicamente, tra coloro con cui abbiamo rapporti virtuali via telefonino,  insomma ogni nostro atteggiamento quotidiano deve essere intriso di carità verso chiunque. Ma ancora di più: se ricopriamo servizi sociali, politici, civili e religiosi, dobbiamo sottostare alle leggi umane, ma l’amore verso il prossimo in senso lato deve essere la ratio del nostro operare. Amen.

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