Luca 11,47-54: "La salvezza a modo nostro...". (Commento a Papa Francesco)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Luca 11, 47-54

Testo del Vangelo
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite.
Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.
Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito».
Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.



Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale con chitarra di Gabriele Fabbri

Meditazione
Papa Francesco

Meditazione
E' proprio la classe dirigente quella che chiude le porte al modo col quale Dio vuole salvarci. E così si capisce i dialoghi forti di Gesù con la classe dirigente del suo tempo. Litigano, lo mettono alla prova, gli fanno trappole per vedere se cade, perché è la resistenza a essere salvati. Gesù gli dice: “Ma, io non vi capisco! Voi siete come quei bambini: vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato; vi abbiamo cantato un lamento e non avete pianto. Ma cosa volete?”.“Vogliamo fare la salvezza a modo nostro!”. Questa chiusura al modo di Dio. Loro non credono nella misericordia e nel perdono: credono nei sacrifici. Misericordia voglio, non sacrifici. Credono in tutto sistemato, ben sistemato, tutto chiaro. Questo è il dramma della resistenza alla salvezza. Anche noi, ognuno di noi ha questo dramma dentro. Ci farà bene domandarci, come voglio io essere salvato? Al modo mio? Al modo di una spiritualità anche buona, che mi fa bene, ma che è fissa, è tutto chiaro e non c'è rischio? O al modo divino, cioè sulla strada di Gesù, che sempre ci sorprende, che sempre ci apre le porte a quel mistero dell'onnipotenza di Dio che è la misericordia e il perdono.
Credo che Gesù è il Maestro che ci insegna la salvezza? O mi rifugio sotto il tetto delle prescrizioni e dei tanti comandamenti fatti da uomini e così mi sento sicuro? E' un po' duro dire questo ma è con questa sicurezza compro la mia salvezza, la quale Gesù la dà gratuitamente con la gratuità di Dio? Ci farà bene oggi farci queste domande. E l'ultima: io resisto alla salvezza di Gesù? Quanti cristiani vivono per apparire, la vita loro sembra una bolla di sapone. E' bella la bolla di sapone, tutti i colori ha, ma dura un secondo. E poi anche quando guardiamo alcuni monumenti funebri, pensiamo che vanità, perchè la verità è tornare alla terra nuda, come diceva il servo di Dio Paolo VI. Ci aspetta la terra nuda, questa è la nostra verità finale. Nel frattempo mi vanto o faccio qualcosa? Faccio del bene, cerco Dio, prego: le cose consistenti. E la vanità è buguarda, è fantasiosa, inganna se stessa, inganna il vanitoso, perchè prima fa finta di essere, ma alla fine crede di essere quello. Crede. Ci crede, poveretto…

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