Malachia 3,13-20 con il commento di Marina Ratta e Aldo Terzi



Dal libro del profeta Malachia
Ml 3,13-20a 

Testo del brano
Duri sono i vostri discorsi contro di me – dice il Signore – e voi andate dicendo: «Che cosa abbiamo detto contro di te?». Avete affermato: «È inutile servire Dio: che vantaggio abbiamo ricevuto dall’aver osservato i suoi comandamenti o dall’aver camminato in lutto davanti al Signore degli eserciti? Dobbiamo invece proclamare beati i superbi che, pur facendo il male, si moltiplicano e, pur provocando Dio, restano impuniti». Allora parlarono tra loro i timorati di Dio. Il Signore porse l’orecchio e li ascoltò: un libro di memorie fu scritto davanti a lui per coloro che lo temono e che onorano il suo nome. Essi diverranno – dice il Signore degli eserciti – la mia proprietà particolare nel giorno che io preparo. Avrò cura di loro come il padre ha cura del figlio che lo serve. Voi allora di nuovo vedrete la differenza fra il giusto e il malvagio, fra chi serve Dio e chi non lo serve. Ecco infatti: sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio. Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia.

 

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
M.Ravel. Pavane for a deal Princess. Thérèse Dussaut. Diritti Creative Commons. Musopen.org

Meditazione
Marina Ratta e Aldo Terzi
Recita Aldo Terzi

Meditazione
Malachìa è l’ultimo dei Profeti Minori, il suo libro è l’ultimo dell’Antico Testamento, e nella Bibbia è posto subito prima del Vangelo di Matteo. Tra questo libro e la nascita di Gesù passeranno più di quattrocento anni, anni del “Silenzio di Dio”, perché non parlerà più nessun altro profeta fino alla venuta di Giovanni “Battista”, il precursore del Messia. Malachìa vive in un periodo di grande decadenza morale; siamo intorno al 450 a.C., periodo nel quale la società era profondamente corrotta: gli uomini agiati ripudiavano la propria moglie in favore di donne giovani e avvenenti, i sacerdoti svolgevano con indolenza il culto a Dio nel tempio e allontanavano gli israeliti dall’osservanza della Legge del Signore, i poveri erano soggetti a soprusi mentre i ricchi prosperavano insolenti. Malachìa in questo contesto non si accontenta di proclamare sentenze contro questi comportamenti, ma desidera annunciare l’arrivo di una nuova era, l’arrivo di un angelo, un messaggero che Dio invierà per convertire il cuore degli uomini, perché il Dio della giustizia vuole provvedere al suo popolo! Esso per prima cosa entrerà nel tempio del Signore, che i sacerdoti avevano dissacrato, per ripristinarne la sacralità, poi si siederà e, con cura, con pazienza e con impegno, userà il fuoco e il sapone per forgiare e purificare il cuore dell’uomo, perché ritorni gradito a Dio.. Ma l’arrivo di questo angelo dell’alleanza non sarà così indolore: il profeta infatti annuncia «chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire?». Le immagini del fuoco che fonde la durezza dei cuori e brucia le sterpaglie, che brucia ciò che è inutile, purificandoci, e della lisciva, il sapone di quei tempi che toglie lo sporco dalle vesti, sono piuttosto dure. Proviamo a pensarci però di fronte ad un grande camino appena acceso: la legna ben secca inizia a bruciare e le fiamme si innalzano vigorose, quasi improvvise. Se non allontaniamo subito la mano rischiamo di bruciarci. Se invece ci poniamo alla giusta distanza, non possiamo che godere del suo tepore e della sua luce. Il fuoco dell’amore e della verità può essere purificante, ma se ci prende alla sprovvista ci può bruciare, per questo occorre essere pronti. Dio è fuoco di amore, è luce di verità, per stare accanto al fuoco, per essere scaldati e illuminati da Lui c’è bisogno di accoglienza, di predisposizione, di conversione. La forza intensa del suo fuoco, del suo calore, a volte ci rende incapaci, indegni di stare davanti a Dio. Questo angelo dell’alleanza sembra essere proprio il Messia promesso da tanti secoli e mandato per ripristinare il patto sponsale tra Dio e l’umanità, per questo il libro del profeta Malachìa, essendo l’ultimo dell’Antico Testamento, fa da ponte, da passaggio dal “Vecchio” al Nuovo Testamento. Ma gli uomini sapranno accoglierlo? L’arrivo del Messia va atteso con predisposizione d’animo, l’incontro con Lui va preparato! Nei Vangeli Sinottici ci sarà la figura di Giovanni “Battista” a preparare la strada a Gesù, con la sua predicazione e il suo stile di vita, ma l’invito del profeta a prepararsi all’incontro con Dio vale per gli uomini di tutti i tempi. Il Messia che Dio ci ha mandato, il suo Figlio, non verrà a cambiare i nostri cuori con il fuoco e il sapone. ma con la Parola e lo Spirito: è la Parola di Dio che come un fuoco purifica e converte i nostri cuori e ci insegna a vivere secondo Dio. Preparare il cuore alla sua venuta vuol dire saper attendere e perseverare nell’ascolto della sua Parola. Anche oggi le nostre comunità hanno bisogno del fuoco dello Spirito e della Parola del Signore per essere nutrite e illuminate; il pane eucaristico che spezziamo e condividiamo è segno concreto della presenza di Dio che cambia il nostro cuore. E se non cambiamo il nostro cuore, se ci aggrappiamo alle nostre sicurezze, se rimaniamo chiusi dentro le nostre case e le nostre comunità non saremo capaci di riconoscere il Dio che entra nella nostra vita, che viene ad abitare il nostro cuore, e non sapremo essere una Chiesa che va incontro a chi non sa dare un senso alla propria vita.

 

 

 

 

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