Deuteronomio 6,4-13 con il commento di Marta Olivieri



Dal libro del Deuteronomio
Dt 6,4-13 

Testo del brano
Mosè parlò al popolo dicendo: «Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore. Li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando ti troverai in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte. Quando il Signore, tuo Dio, ti avrà fatto entrare nella terra che ai tuoi padri Abramo, Isacco e Giacobbe aveva giurato di darti, con città grandi e belle che tu non hai edificato, case piene di ogni bene che tu non hai riempito, cisterne scavate ma non da te, vigne e oliveti che tu non hai piantato, quando avrai mangiato e ti sarai saziato, guàrdati dal dimenticare il Signore, che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile. Temerai il Signore, tuo Dio, lo servirai e giurerai per il suo nome».

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
A.Fulero. Pirouette. YouTubeStudios. Diritti Creative Commons

Meditazione
Marta Olivieri

Meditazione
Alcuni versetti (6,4-9), insieme con altri (11,13-21 e Nm 15,37-41) formano lo Shemà, la preghiera che il pio Israelita recita al mattino e alla sera. In essa si fa memoria dell’unicità di Dio e del rapporto d’amore che deve intercorrere tra ogni membro del popolo e Dio stesso. Questo testo sarà citato da Gesù in occasione della domanda posta dallo scriba a proposito del primo di tutti i comandamenti: «Allora si avvicinò a lui uno degli scribi che li aveva uditi discutere e, visto come aveva ben risposto a loro, gli domandò: “Qual è il primo di tutti i comandamenti?”.  Gesù rispose: “Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore;  amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”» (Mc 12,28-30). Il primo invito che ci viene fatto è «ascolta!». Tutto passa da qui. Se non mi fermo per ascoltare, se non faccio silenzio dentro e fuori di me non c’è spazio per Dio, non c’è spazio per ascoltare la sua Parola. Quindi il primo invito è «ascolta!». Poi ci viene chiesto di riconoscere chi è Dio: il Signore è il nostro Dio. Segue il tipo di amore da avere verso Dio. Un amore totalizzante, un amore che prende tutte le parti di noi. Dalle parti più emotive a quelle più razionali, dai sentimenti ai ragionamenti. Tanto che l’invito che segue è di tenere fissi nel cuore questi precetti, di ripeterli sempre, a sé e agli altri, nella propria mente e come testimonianza per le altre persone. In un certo senso la parola, di qualunque tipo sia, crea, modifica chi la ascolta. Così come se ascoltiamo parole buone e di incoraggiamento avremo anche noi pensieri positivi, se invece siamo circondati da parole cattive avremo brutti pensieri, se ripetiamo questi precetti.. «amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore».. queste stesse parole avranno su di noi un effetto. Ci porteranno fuori da noi e ci daranno l’identità di creature di fronte al Creatore. Ci immergeranno in un amore immenso che comprende tutto noi stessi. Infine quando tutto andrà bene, ci viene chiesto di ricordare questi precetti, ripetere questi precetti di ricordarci del Signore, di temerlo e di servirlo. Quante volte mi è capitato, nelle occasioni in cui tutto andava bene, di dimenticarmi di Dio.. Quando tutto va bene, basterebbe ricordarsi che siamo creature, questo solo elemento ci metterebbe “al nostro posto” e di conseguenza lascerebbe lo spazio a Dio. Tutte le volte in cui noi non ci sentiamo degli dèi invincibili e perfetti, tutte le volte in cui riconosciamo il nostro limite, ecco, lì c’è lo spazio per Dio. Per l’unico perfetto, immenso buono. Ogni cosa sembra allora prendere il giusto spazio in un ordine più grande, in un disegno ben costruito, in un’architettura perfetta.

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