Giovanni 16,5-11: "Commiato...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Giovanni 16,5-11

Testo del Vangelo
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore.
Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.
E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».

Meditazione
Ora vado da Colui che mi ha mandato. Gesù intende condividere con i suoi amici il disegno a cui è chiamato, quello del suo viaggio di ritorno al Padre. E’ il momento del commiato, prezioso spazio per consigliare e consolare. Qui Gesù ammaestra i suoi su tutto: dall’insegnamento sul comandamento dell’amore, all’introduzione dello Spirito Santo di cui ancora nessuno aveva sentito parlare. Il momento è così drammatico che i discepoli non possono far altro che ascoltare ogni dettaglio. Succede così nelle ultime ore. Vogliamo raccogliere tutto. Oggi allora voglio lasciarvi con un altro commiato, quello del Cardinal Martini narrato cinematograficamente da Ermanno Olmi. Vi lascio a qualche minuto audio che ho montato dal suo ultimo docufilm: “Vedete, sono uno di voi”. Lo trovate poi liberamente su RaiPlay.

Recita
Sabrina Boschetti

Musica di sottofondo
P.H.Erlebach. Halleluja. Performer Michel Rondeau. Diritti Creative Commons. musopen.org

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

Letture di Martedì 11 Maggio 2021
VI settimana di Pasqua

Prima Lettura
Dagli Atti degli Apostoli
At 16,22-34
 
In quei giorni, la folla [degli abitanti di Filippi] insorse contro Paolo e Sila, e i magistrati, fatti strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli e, dopo averli caricati di colpi, li gettarono in carcere e ordinarono al carceriere di fare buona guardia. Egli, ricevuto quest’ordine, li gettò nella parte più interna del carcere e assicurò i loro piedi ai ceppi.
Verso mezzanotte Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i prigionieri stavano ad ascoltarli. D’improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della prigione; subito si aprirono tutte le porte e caddero le catene di tutti.
Il carceriere si svegliò e, vedendo aperte le porte del carcere, tirò fuori la spada e stava per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti. Ma Paolo gridò forte: «Non farti del male, siamo tutti qui». Quello allora chiese un lume, si precipitò dentro e tremando cadde ai piedi di Paolo e Sila; poi li condusse fuori e disse: «Signori, che cosa devo fare per essere salvato?». Risposero: «Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia». E proclamarono la parola del Signore a lui e a tutti quelli della sua casa.
Egli li prese con sé, a quell’ora della notte, ne lavò le piaghe e subito fu battezzato lui con tutti i suoi; poi li fece salire in casa, apparecchiò la tavola e fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio.
 

Salmo Responsoriale
Dal Salmo 137 (138)

R. La tua destra mi salva, Signore.
Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
 hai ascoltato le parole della mia bocca.
 Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
 mi prostro verso il tuo tempio santo. R.
 
 Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
 hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
 Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
 hai accresciuto in me la forza. R.
 
 La tua destra mi salva.
 Il Signore farà tutto per me.
 Signore, il tuo amore è per sempre:
 non abbandonare l’opera delle tue mani. R.

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