Giovanni 15,26-16,4: "Il Bene e il Male...". (Commento di padre Silvano Fausti)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Giovanni 15,26-16,4

Testo del Vangelo
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l'ho detto».

Recita
Simona Mulazzani

Musica di sottofondo
P.H.Erlebach. Halleluja. Performer Michel Rondeau. Diritti Creative Commons. musopen.org

Meditazione
Padre Silvano Fausti

Meditazione
Gesù, prima di andarsene, affronta quelli che sono i problemi che la comunità dovrà affrontare e che sono i problemi che si trova davanti anche Lui davanti alla Croce. Cioè il problema del male. Che è l’unica cosa che ci fa problema. Se poi la cosa funzionasse in un certo modo, come pensiamo noi, che chi fa il male, ha il male e chi fa il bene, ha il bene, allora diremmo: almeno c’è parità, c’è giustizia e ci sentiremmo a posto. Non lo so. Comunque ci parrebbe meno grave. Invece la cosa grave è che sperimentiamo che chi fa il bene riceve il male, e chi fa il male resta impunito.
A noi sembra scandaloso, ma la cosa è evidentissima: il bene che faccio lo devo pagare io; il male che faccio lo faccio pagare agli altri. Per cui se io accumulo ricchezze, è l’altro che ne è privo che soffre, mica io che accumulo! Se io ferisco uno, è l’altro che soffre, mica io! Cioè, è sempre il giusto che soffre. Questo è il mistero della storia.
Mentre normalmente noi riteniamo il contrario ed è quello che dicono a Giobbe i suoi amici teologi, che gli dicono: guarda che Dio è giusto, a te le cose vanno male, perché avrai fatto qualche errore nella tua vita, qualche peccato tu o i tuoi figli, mentre invece noi stiamo bene e quindi vedi, siamo bravi.
Questo modo di intendere il bene e il male è più o meno a quanto viene scritto nei libri di storia: chi li scrive è chi ha vinto; poi chi vince dopo lo riscrive con la stessa logica in modo opposto: il perverso era il precedente, lui è quello giusto.
In fondo, il nostro modo di concepire il bene e il male è sempre una apologia di reato, cioè: chi fa il bene è fortunato, che vuol dire chi è fortunato, lui è bravo. Invece no. Il grande mistero della storia è il giusto sofferente che paga i costi per tutti.
C’è un famoso racconto ebraico che dice che il mondo poggia su dodici colonne, e queste dodici colonne poggiano sul cuore di dodici giusti. Su questi dodici giusti grava tutto il peso del male del mondo; tutte le ingiustizie e le sofferenze si scaricano lì e loro sono le colonne che le portano. Se mancasse una di queste, crollerebbe il mondo. Perché tutti facciamo il male, se nessuno lo porta, il male ci ingurgita tutti.
Allora il mistero del giusto sofferente che riscatta dal male è ciò che il Signore vuole far capire ai suoi discepoli, demistificando un pochino la storia.

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