Luca 24,35-48: "Squadra che vince...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Luca 24,35-48

Testo del Vangelo
In quel tempo, i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.
Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

Meditazione
Squadra che vince non si cambia: sentenzia un celebre detto sportivo, però non è detto nulla circa la squadra che perde. Secondo ragione bisognerebbe cambiarla. Di regola dopo un fallimento ci si rinnova e si cambia. Non ha fatto così Gesù con la sua squadra: dodici ne ha scelti e dodici ne ha confermati. Se non fosse stato per l'autoesclusione di Giuda, Gesù non avrebbe avuto problemi a confermare anche lui. E' la squadra che si era scelto, l'aveva pensata insieme al Padre quella notte sul monte, in preghiera. L'aveva scelta con tanto di convocazione ufficiale, comunicata in almeno tre dei quattro Vangeli, ciascuno di loro chiamato per nome e qualcuno per soprannome, squadra che aveva fatto giocare in casa nei territori di Galilea e fuori casa nella Decapoli, al di là del Giordano. Squadra che aveva preparato perfettamente per affrontare l'ultimo capitolo, quello di Gerusalemme, la sfida decisiva. Lo aveva fatto con ben tre annunci della Passione, cosa che evidentemente i discepoli non avevano recepito. Diciamo che questo schema non l'avevano assimilato. Arrivano quindi a Gerusalemme inneggiati come stars, sentono ormai certa la vittoria e invece succede quel che succede: scoccata l'ora delle tenebre i discepoli si dileguano, lasciano solo il loro allenatore a combattere la sfida e Lui, uno a uno, li vede tutti scappare: dal capitano Pietro che lo rinnega tre volte, all'ultimo dei giocatori, tutti tranne il più giovane, il più piccolo, forse il più incosciente, Giovanni, che arriva fin sotto la Croce. Gesù che aveva voluto fortemente una comunità per la sua missione ora rimane solitario per portarla a compimento, la comunità se gli è servita è stato per favorire la sua personale esperienza di solitudine, perchè Gesù sa bene che i grandi crocivia della vita si affrontano e si vincono da soli e questo vale per tutti gli uomini, compresi gli sposi. Così Gesù affronta la sfida finale da solo e la vince e da Risorto ritorna dai suoi. Alcuni pensano sia un fantasma, altri per la gioia non lo riconoscono, si deve mettere a pranzo con loro come faceva un tempo per essere riconosciuto e soprattutto si mette a scrutare le Scritture, questa volta con un filtro nuovo, il filtro della Risurrezione. Solo così la squadra che ha fallito tornerà a rigiocare sui campi della Storia della Salvezza e le sue vittorie saranno così contagiose da far innamorare tanti uomini e tante donne di Gesù.

Recita
Federica Lualdi

Musica di sottofondo
P.H.Erlebach. Halleluja. Performer Michel Rondeau. Diritti Creative Commons. musopen.org

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo

Letture di Domenica 18 Aprile 2021
III Domenica di Pasqua

Prima Lettura
Dagli Atti degli Apostoli
At 3,13-15.17-19

In quei giorni, Pietro disse al popolo: «Il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato di fronte a Pilato, mentre egli aveva deciso di liberarlo; voi invece avete rinnegato il Santo e il Giusto, e avete chiesto che vi fosse graziato un assassino. Avete ucciso l'autore della vita, ma Dio l'ha risuscitato dai morti: noi ne siamo testimoni.
Ora, fratelli, io so che voi avete agito per ignoranza, come pure i vostri capi. Ma Dio ha così compiuto ciò che aveva preannunciato per bocca di tutti i profeti, che cioè il suo Cristo doveva soffrire. Convertitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati».


Salmo Responsoriale
Dal Salmo 4

R. Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto.
Quando t'invoco, rispondimi, Dio della mia giustizia!
Nell'angoscia mi hai dato sollievo;
pietà di me, ascolta la mia preghiera. R.

Sappiatelo: il Signore fa prodigi per il suo fedele;
il Signore mi ascolta quando lo invoco. R.

Molti dicono: «Chi ci farà vedere il bene,
se da noi, Signore, è fuggita la luce del tuo volto?». R.

In pace mi corico e subito mi addormento,
perché tu solo, Signore, fiducioso mi fai riposare. R.

Seconda Lettura
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
1Gv 2,1-5a

Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.
Da questo sappiamo di averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: «Lo conosco», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c'è la verità. Chi invece osserva la sua parola, in lui l'amore di Dio è veramente perfetto.

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