Giovanni 3,1-8: "Nascere dallo Spirito". (Commento di Papa Francesco)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Giovanni 3,1-8

Testo del Vangelo
Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio».

Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall'alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».

Meditazione
Papa Francesco
Omelia a Santa Marta del 20 Aprile 2020. Lunedì della II settimana di Pasqua.

Musica di sottofondo
Gabriele Fabbri

Meditazione
Quest’uomo, Nicodemo, è un capo dei giudei, un uomo autorevole; sentì la necessità di andare da Gesù. Andò di notte, perché doveva fare con un po’ di equilibrio, perché coloro che andavano a parlare con Gesù non erano guardati bene (cfr Gv 3,2). È un fariseo giusto, perché non tutti i farisei sono cattivi: no, no; c’erano anche farisei giusti. Questo è un fariseo giusto. Sentì l’inquietudine, perché è un uomo che aveva letto i profeti e sapeva che questo che Gesù faceva era stato annunciato dai profeti. Sentì l’inquietudine e andò a parlare con Gesù. «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come Maestro» (v. 2): è una confessione, fino a un certo punto. «Nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui» (v. 2). E si ferma. Si ferma davanti al “dunque”: Se io dico questo … dunque! … E Gesù ha risposto. Rispose misteriosamente, come lui, Nicodemo, non se l’aspettava. Rispose con quella figura della nascita: «se uno non nasce dall’alto, non può vedere il Regno di Dio» (v. 3). E lui, Nicodemo, sente confusione, non capisce e prende ad litteram quella risposta di Gesù: “ma come si può nascere se uno è adulto, una persona grande?” (cfr v. 4) Nascere dall’alto, nascere dallo Spirito. È il salto che la confessione di Nicodemo deve fare e lui non sa come farla. Perché lo Spirito è imprevedibile. La definizione dello Spirito che Gesù dà qui è interessante: «Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito» (v. 8), cioè libero. Una persona che si lascia portare da una parte e dall’altra dallo Spirito Santo: questa è la libertà dello Spirito. E chi fa questo è una persona docile e qui si parla della docilità allo Spirito.

Essere cristiano non è soltanto compiere i Comandamenti: si devono fare, questo è vero; ma se tu ti fermi lì, non sei un buon cristiano. Essere cristiano è lasciare che lo Spirito entri dentro di te e ti porti, ti porti dove lui vuole. Nella nostra vita cristiana tante volte ci fermiamo come Nicodemo, davanti al “dunque”, non sappiamo il passo da fare, non sappiamo come farlo o non abbiamo la fiducia in Dio per fare questo passo e lasciare entrare lo Spirito. Nascere di nuovo è lasciare che lo Spirito entri in noi e che sia lo Spirito a guidarmi e non io e qui: libero, con questa libertà dello Spirito che tu non saprai mai dove finirai.

Gli apostoli, che erano nel Cenacolo, quando venne lo Spirito uscirono a predicare con quel coraggio, quella franchezza (cfr At 2,1-13) … non sapevano che sarebbe successo questo; e lo hanno fatto, perché lo Spirito li guidava. Il cristiano non deve fermarsi mai soltanto al compimento dei Comandamenti: si deve fare, ma andare oltre, verso questa nascita nuova che è la nascita nello Spirito, che ti dà la libertà dello Spirito.

È quello che è accaduto a questa comunità cristiana della prima Lettura, dopo che Giovanni e Pietro sono tornati da quell’interrogatorio che hanno avuto con i sacerdoti. Questi andarono dai loro fratelli, in questa comunità, e riferirono quanto avevano detto loro i capi dei sacerdoti e gli anziani. E la comunità, quando udì questo, tutti insieme, si spaventarono un po’. (cfr At 4,23) E cosa hanno fatto? Pregare. Non si sono fermati a misure prudenziali, “no, adesso facciamo questo, andiamo un po’ più tranquilli …”: no. Pregare. Che fosse lo Spirito a dire loro cosa dovessero fare. Innalzarono la loro voce a Dio dicendo: «Signore», (v. 24) e pregano. Questa bella preghiera di un momento buio, di un momento che devono prendere delle decisioni e non sanno cosa fare. Vogliono nascere dallo Spirito, aprono il cuore allo Spirito: che sia Lui a dirlo … E chiedono: “Signore, Erode, Ponzio Pilato con le nazioni e i popoli di Israele si sono alleati contro il tuo Santo Spirito e Gesù” (cfr v.27), raccontano la storia e dicono: “Signore, fa’ qualcosa!”. «E ora, Signore, volgi lo sguardo alle loro minacce - quelle del gruppo dei sacerdoti - e concedi ai tuoi servi di proclamare con tutta franchezza la tua parola» (v.29) chiedono la franchezza, il coraggio, di non avere paura: «stendendo la tua mano affinché si compiano guarigioni, segni e prodigi nel nome di Gesù». (v.30) «E quando ebbero terminato la preghiera, il luogo in cui erano radunati tremò, e tutti furono colmati di Spirito Santo e predicavano la Parola di Dio con franchezza». (v.31) È successa una seconda Pentecoste, qui.

Davanti alle difficoltà, davanti a una porta chiusa, che loro non sapevano come andare avanti, vanno dal Signore, aprono il cuore e viene lo Spirito e dà loro quello di cui hanno bisogno e vanno fuori a predicare, con coraggio, e avanti. Questo è nascere dallo Spirito, questo è non fermarsi al “dunque”, al “dunque” delle cose che ho sempre fatto, al “dunque” del dopo i Comandamenti, al “dunque” dopo le abitudini religiose: no! Questo è nascere di nuovo. E come si prepara uno a nascere di nuovo? Con la preghiera. La preghiera è quella che ci apre la porta allo Spirito e ci dà questa libertà, questa franchezza, questo coraggio dello Spirito Santo. Che mai saprai dove ti porterà. Ma è lo Spirito.

Che il Signore ci aiuti ad essere sempre aperti allo Spirito, perché sarà Lui a portarci avanti nella nostra vita di servizio al Signore.

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