Luca 2,1-14: "...nella mangiatoia...". (Omelia di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Luca 2,1-14

Testo del Vangelo
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

Recita
Emily Lepri

Musica di sottofondo
J.S.Bach. Christmas Oratorio - Part 41-46 I.2. Diritti Creative Commons, musopen.org

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo. Omelia del 25.12.2019. S.Messa della notte di Natale, Chiesa Gesù Redentore, Riccione (RN)

Meditazione
L’arrivo di ospiti in casa, graditi o sgraditi che siano, provoca sempre una certa resistenza, soprattutto da parte di colei o colui che è solito curar le faccende di casa.
Proprio oggi? Senza avvisare per tempo! Adesso come faccio? Tutta la casa è sporca.
E tanto più l’ospite ha una certa rilevanza sociale, tanto più il misuratore d’ansia alza la sua asticella.
Allora si fanno delle scelte. Si pulisce uno o due camere per bene e il resto si chiude a chiave. Nessuno potrà guardare.
In realtà quel che la donna di casa usa fare con i suoi ospiti, graditi o sgraditi che siano, lo stesso siam soliti fare tutti noi quando la relazione ci obbliga ad accogliere il prossimo. E di questi incontri abbiam piene le giornate.
Così mettiamo in atto i nostri trucchi. Due, tre cose da far brillare; il resto ben chiuso a catenaccio.
Come il trucco risolleva gli occhi stanchi e fa apparire una certa grazia al viso, così le nostre strategie ci permettono di essere graditi e compiacenti. O comunque di mostrare una parte di noi, quella che decidiamo di mostrare. Un po' come si fa con il profilo social.
La maggioranza delle relazioni funziona così. Vive di superficie. Manca di profondità.
Veniamo ora al Natale. Quello vero intendo. Non quello dei luccichii dei centri commerciali, ma il Natale di Gesù, quello che abbiamo ascoltato nel Vangelo.
Cos'è il Natale se non un grande incontro? È l'incontro tra Dio e l'uomo. E dato che l'uomo non può andare da Dio è Dio che viene a casa dell'uomo.
Diciamo che si auto invita. Giunge ospite in mezzo a noi.
Questo incontro accade in una casa, ma attenzione... non nella parte nobile della casa, chiamata albergo, piuttosto nella mangiatoia, il luogo destinato agli animali.
Il Vangelo ci dice che non c’era posto per loro nell’albergo, ma in realtà la scelta di nascere in una mangiatoia non è semplicemente dovuta alla poca accoglienza degli abitanti di Betlemme; anzi potremmo azzardare che è stata una scelta studiata da Dio.
Infatti Lui vuole nascere nella parte della casa che non controlliamo, quella che non presentiamo mai agli ospiti. Dio non è interessato ad una accoglienza formale. Non gli interessa una relazione superficiale. Lui è venuto per entrare nei bassifondi della nostra anima, in quei meandri bui del nostro cuore di cui ci vergogniamo, che facciamo perfino fatica a confessare a noi stessi.
La mangiatoia è il luogo degli animali, il luogo dove gli animali tornano immancabilmente a mangiare, a soddisfare i propri bisogni vitali.
La mangiatoia è per noi, non la fonte limpida di sogni e desideri, bensì polla d’acqua stagnante nella quale torniamo per gratificare i nostri più oscuri pensieri, per soddisfare le voglie e i vizi che coccoliamo di nascosto.
Gesù non vuole incontrare il giusto, bensì il peccatore. Gesù nasce in una mangiatoia non a caso o perchè costretto suo malgrado. Gesù nasce nella mangiatoia perché ci vuole incontrare nudi, senza maschere. E ci chiama: Adamo dove sei? Perché ti nascondi? Gesù nella mangiatoia incontra l’agnellino disperso, la dramma perduta, il ladrone pentito. Gesù nasce nella mangiatoia perché, diciamoci la verità, li ci siamo tutti. In fondo la parte animalesca è strutturale in ogni uomo. Ma ancora pensiamo che Gesù ci voglia incontrare nell’albergo? Ogni Natale viene immancabilmente a smentire questa ipotesi. Fino a quando non avremo il coraggio di presentarci di fronte a Lui nella mangiatoia come i pastori e i Magi non potremo mai dire che Gesù è nato nella nostra vita.

 

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