Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Luca 17,11-19
Testo del Vangelo
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
Recita
Sabrina Boschetti
Musica di sottofondo
Al Vangelo: Arrangiamento musicale di Gabriele Fabbri
Alla meditazione: Musica di Renata Russo
Meditazione
Fra Roberto Pasolini
Briciole di Parola è il commento alle letture del giorno del Centro Aletti. La guida: Fra Roberto Pasolini, frate minore cappuccino, biblista, che ha frequentato l’Atelier di Teologia del Centro Aletti nel 2016-2017.
Si ringrazia il Centro Aletti per la gentile concessione all'utilizzo dei suoi contenuti audio e video.
https://www.centroaletti.com
Meditazione
La reazione di Gesù al grido di quei dieci lebbrosi che lo incontrano lungo la strada non si lascia attendere. Il miracolo però si compie in modo strano, senza che Gesù faccia nemmeno un gesto, anzi Gesù impartisce ai lebbrosi un comando davvero insolito, dicendo loro: “Andate a presentarvi ai sacerdoti”. Ora, secondo la legge di Mosè, il momento in cui ci si poteva mostrare al sacerdote era soltanto quello in cui il corpo era già stato risanato dalla malattia. Questi lebbrosi invece vengono inviati ad affermare quello che non hanno ancora pienamente sperimentato ma possono solvato sperare che avverrà sulla parola di Gesù.
Mentre noi vorremmo sempre prima verificare e vedere, molto spesso la parola del Signore ci salva soltanto così: chiedendoci di fare in anticipo qualcosa che possa attestare la nostra fiducia e la nostra speranza in un incremento di vita, possibile soltanto alla grazia di Dio, perché il luogo che deve essere purificato è anzitutto il nostro cuore. Tuttavia il Vangelo sembra dirci che essere purificati da una malattia non significa ancora essere salvi. La conclusione del racconto evangelico merita di essere guardata con attenzione.
Solo uno straniero si ferma e torna indietro per dire grazie al Signore Gesù, non si limita a godere del dono ricevuto, ma si prende anche la gioia di poter guardare in faccia colui che gli ha donato questa desiderata guarigione. Di fronte a questa gratitudine, Gesù ha un’osservazione piuttosto amara, ma necessaria. Chissà noi dove siamo, se dentro o fuori quella gratitudine indispensabile per essere non solo toccati dalla grazia del Signore, ma pure essere guariti dal male più profondo che è capace di corrompere anche le cose più belle che ci possono essere donate. Fino a quando gridiamo a Dio gridiamo a Dio solo perché stiamo soffrendo, certo possiamo sperimentare la sua forza di salvezza, ma solo quando la nostra preghiera diventa inutile, cioè svincolata da qualsiasi necessità, allora siamo sicuri di poter contemplare tutta la bellezza del volto di Dio e gustare il frutto della sua provvidenza.