Luca 13,31-35: "La forza del Bene...". (Commento di don Franco Mastrolonardo)



Parola del Signore
Dal Vangelo secondo Luca 13, 31-35

Testo del Vangelo
In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere».
Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”.
Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”».

Meditazione
Gesù è invitato a partire, a lasciare la città. Parti e vattene via di qui. Ditemi se non è una intimidazione vera e propria quella rivolta a Gesù con tanto di minaccia di morte. Erode ti vuole uccidere. Ma perché Gesù è così osteggiato dai capi del tempo? Certamente perché rappresenta una minaccia all’ordine costituito. Erode Antipa, come il padre Erode il Grande, ha paura. Il padre ebbe paura della nascita di un bambino, di un nuovo re e fece una strage di bambini; il figlio con lo stesso nome, Erode, ha paura di perdere il controllo del territorio. Gesù non è un violento, non spadroneggia, non ha pretese da conquistatore. Eppure fa paura ai potenti. E’ la forza del bene che quando entra in azione mette in crisi il male. Non è stato così ad esempio anche per la mafia? La storia ci dice che le mafie cominciano ad alzare la testa quando non controllano più il territorio. Hanno più paura perché, nel momento in cui i semi buoni cominciano a sbocciare, possono perdere il predominio. Ecco perché uno come Totò Riina poteva decidere che un uomo come don Puglisi doveva essere ucciso. Vi lascio a conclusione, con queste parole di don Pino prese dal film della sua vita.

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Arrangiamento musicale con chitarra di Gabriele Fabbri

Meditazione
Don Franco Mastrolonardo
Il brano audio è tratto dal film "Alla luce del sole" (2005) di Roberto Faenza.

Letture di Giovedì 29 Ottobre 2020
XXX settimana del Tempo Ordinario

Prima lettura
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Ef 6,10-20

Fratelli, rafforzatevi nel Signore e nel vigore della sua potenza. Indossate l’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.
Prendete dunque l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno cattivo e restare saldi dopo aver superato tutte le prove. State saldi, dunque: attorno ai fianchi, la verità; indosso, la corazza della giustizia; i piedi, calzati e pronti a propagare il vangelo della pace. Afferrate sempre lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutte le frecce infuocate del Maligno; prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio.
In ogni occasione, pregate con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, e a questo scopo vegliate con ogni perseveranza e supplica per tutti i santi. E pregate anche per me, affinché, quando apro la bocca, mi sia data la parola, per far conoscere con franchezza il mistero del Vangelo, per il quale sono ambasciatore in catene, e affinché io possa annunciarlo con quel coraggio con il quale devo parlare.


Salmo Responsoriale
Salmo 143 (144)

R. Benedetto il Signore, mia roccia.
Benedetto il Signore, mia roccia,
che addestra le mie mani alla guerra,
le mie dita alla battaglia. R.

Mio alleato e mia fortezza,
mio rifugio e mio liberatore,
mio scudo in cui confido,
colui che sottomette i popoli al mio giogo. R.

O Dio, ti canterò un canto nuovo,
inneggerò a te con l’arpa a dieci corde,
a te, che dai vittoria ai re,
che scampi Davide, tuo servo, dalla spada iniqua. R.

 

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