Gàlati 2,1-2.7-14 con il commento di Patrizia Sensoli



Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Gal 2,1-2.7-14

Testo del brano
Fratelli, quattordici anni dopo [la mia prima visita], andai di nuovo a Gerusalemme in compagnia di Bàrnaba, portando con me anche Tito: vi andai però inseguito a una rivelazione. Esposi loro il Vangelo che io an- nuncio tra le genti, ma lo esposi privatamente alle persone più autorevoli, per non correre o aver corso invano.Visto che a me era stato affidato il Vangelo per i non circoncisi, come a Pietro quello per i circoncisi – poiché colui che aveva agito in Pietro per farne un apostolo dei circoncisi aveva agito anche in me per le genti –, e riconoscendo la grazia a me data, Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Bàrnaba la destra in segno di comunione, perché noi andassimo tra le genti e loro tra i circoncisi. Ci pregarono soltanto di ricordarci dei poveri, ed è quello che mi sono pre- occupato di fare.
Ma quando Cefa venne ad Antiòchia, mi opposi a lui a viso aperto perché aveva torto. Infatti, prima che giungessero alcuni da parte di Giacomo, egli prendeva cibo insieme ai pagani; ma, dopo la loro venuta, cominciò a evitarli e a tenersi in di- sparte, per timore dei circoncisi. E anche gli altri Giudei lo imitarono nella simulazione, tanto che pure Bàrnaba si lasciò attirare nella loro ipocrisia.
Ma quando vidi che non si comportavano rettamente secondo la verità del Vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti: «Se tu, che sei Giudeo, vivi come i pagani e non alla maniera dei Giudei, come puoi costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei?».

 

 

 

 

 

Recita
Cristian Messina

Musica di sottofondo
Emmit Fenn. Allégro. Diritti Creative Commons

Meditazione
Patrizia Sensoli

Meditazione
Paolo continua a raccontare la sua esperienza di vita e di fede dentro una storia più grande che è la storia della Chiesa dei primi secoli che ci appare subito attraversata da incomprensioni e spaccature. Sullo sfondo del brano troviamo la questione della circoncisione che determinò la prima grande controversia della Chiesa. Vi erano ebrei divenuti cristiani che non solo continuavano a seguire le pratiche della Legge ebraica, comprese quelle alimentari, ma ritenevano che anche i pagani battezzati in Cristo dovessero essere circoncisi e quindi poi seguire di conseguenza le norme legate alla Torah.
Ma questo cosa portava a credere? Il rischio era quello di credere che la salvezza venisse non dalla grazia, da Gesù Cristo morto e risorto ma da un atteggiamento religioso ossequioso di regole e prescrizioni. La salvezza non come dono da accogliere ma come premio da meritare. Una differenza non di poco conto…
Rispetto a questa situazione Paolo e Pietro si trovarono in posizioni opposte, Paolo si opponeva all’idea della circoncisione per i pagani, Pietro al contrario era favorevole.
Ma qui l’apostolo ci dice che nonostante questa differenza di posizioni così netta una comunione può nascere. A Gerusalemme Paolo fa esperienza di questa comunione quando dice che: “....Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Bàrnaba la destra in segno di comunione, perché noi andassimo tra le genti e loro tra i circoncisi”.(v.9)
È a partire da questa diversità e direi da ogni diversità che si può fare comunione e la comunione può nascere solo ad una condizione: se ci riconosciamo fratelli in Cristo. Eppure sappiamo bene quanto è difficile costruire una vera comunità di uomini e donne che veramente riescono a riconoscersi come fratelli. È un cammino pieno di ostacoli come ci mostra quello che i commentatori chiamano l’ incidente di Antiochia. 
Qui Paolo riprende con asprezza lo stesso Pietro il quale dapprima è in comunione con i pagani prendendo cibo insieme a loro, poi però alla venuta di esponenti conservatori, quindi ebrei cristiani legati alle pratiche della Legge, si discosta dai pagani, anzi comincia proprio ad evitarli per timore di essere giudicato “poco ebreo”.  Paolo affronta Pietro pubblicamente puntando il dito contro il suo comportamento incoerente. La salda comunione di prima sembra essersi già incrinata...
Questo episodio mi dice quanto sia lastricato di difficoltà il cammino che porta ad una comunione autentica, del resto non ne facciamo esperienza anche oggi nelle nostre comunità, nei nostri gruppi parrocchiali? La comunione è qualcosa che non avviene una volta per sempre, non cade dall’alto, ma che va costruita giorno per giorno, come un lavoro artigianale, un paziente lavoro di cesello perché ognuno ogni giorno deve fare i conti con le proprie fragilità e con la tentazione di arroccarsi su posizioni acquisite, deve saper riconoscere i propri errori e accettare quelli degli altri, superare la paura di perdere qualcosa perché il primo passo è proprio quello di lasciare qualcosa di sé per aprirsi all’altro e cercare nel volto dell’altro, il volto di Cristo.

 

 

Scarica la nostra App su